Incontro tra l’amministrazione comunale e i cittadini di Arienzo sulla annosa questione delle mosche. Incontro non privo di qualche tensione anche perché con molto probabilità lo scopo per cui amministrazione e cittadini si sono incontrati era diverso. L’amministrazione voleva illustrare ai cittadini il punto della situazione, mentre costoro volevano sentire finalmente una soluzione chiara ed immediata del problema.

Proprio nella giornata di ieri mattina vi è stata la terza disinfestazione straordinaria disposta dal comune.

Davide Guida nel mostrare la cronistoria degli incontri fatti con le istituzioni ha illustrato anche un punto a favore che ha messo a segno l’amministrazione che però è passato quasi inosservato. Visto che per il sindaco e l’amministrazione tutta, ma pure per i cittadini, le mosche sono un effetto delle mal gestione della pollina dell’azienda avicola, che secondo sempre il sindaco aveva un numero eccessivo di capi di quello consentito circa 60 mila in più, ora grazie anche ad una diffida è ritornato nei capi previsti. Si diceva sotto silenzio però, in quanto la cittadinanza a gran voce chiedeva la soluzione, che veniva indicata nella chiusura dell’azienda avicola.

Per i cittadini il gioco è facile: si chiude l’azienda, se le mosche ci sono il problema è un altro, se non ci sono il problema sta lì.

Per l’amministrazione il problema non può essere così semplice, infatti poniamo l’esempio che il sindaco in virtù dei suoi poteri chiuda l’azienda: questa farà certamente ricorso al TAR, il quale costaterà che la decisione del sindaco non è suffragata da nessun elemento di carattere giuridico o scientifico ma semplicemente personale (abuso d’ufficio) e farà riaprire temporaneamente l’azienda, nel frattempo la decisione sull’ordinanza di chiusura viene differita nel tempo, il sindaco e i cittadini dovranno attendere la decisione del TAR senza assolutamente poter fa nulla sul piano giuridico e amministrativo, il TAR inevitabilmente boccerà la richiesta, l’azienda avicola chiederà i danni al comune (=i cittadini) per la chiusura arbitraria.

Nel momento in cui Davide Guida ha cercato di spiegare questo esordendo con: “io non sono uno sceriffo”si sono elevati mugugni e insinuazioni di resa da parte del primo cittadino. C’è stato pure chi ha cercato di stimolare l’orgoglio del sindaco invitandolo a chiudere l’azienda per così diventare :”il sindaco coraggioso”, pure secondo noi sarebbe così, certo che poi nel momento in cui il TAR farebbe riaprire l’azienda passerebbe inevitabilmente a “sindaco inetto”.

Il problema delle aziende avicole e mosche, pare curioso ma non è un problema che interessa solo Arienzo ma anche altre città d’Italia, ad esempio a Latina e precisamente in Borgo Bainsizza il sindaco Giovanni di Giorgi ha fatto chiudere l’azienda avicola Tre Emme per mancate condizioni igieniche e odori maleodoranti. Allora cosa c’è di diverso tra Arienzo e Latina? Perché il sindaco non fa chiudere l’azienda? Semplicemente perché il sindaco di Latina non ha agito per iniziativa personale, ma la sua decisione era supportata dal dipartimento di prevenzione –U.O.C. Igiene e sanità Pubblica dell’azienda ASL di Latina. Prima della chiusura l’azienda Tre Emme era stata invitata a mettersi in regola, non facendolo l’azienda è stata chiusa. Il tutto è avvenuto in sei mesi, tramite un esposto dei cittadini alle autorità competenti nel Luglio 2012, il 18 Febbraio 2013, l’azienda che aveva ben 90 mila galline, ha dovuto cessare l’attività.

Il sindaco ha dettato alcuni tempi per la risoluzione, è stato indetto uno studio che dovrà stabilire la fonte del problema e che tra un paio di mesi dovrà dare un risultato, ed entro l’estate il problema sarà risolto” .

La riunione si è sciolta con l’invito da parte del sindaco ai cittadini di ricostituire il “comitato” in modo che oltre all’amministrazione vi sia un’altra voce a supporto di questa battaglia.

Presenti anche le opposizioni, in particolare Giuseppe Guida capogruppo di Arienzo Bene Comune ci ha rilasciato questa dichiarazione a fine dell’incontro: “Ci fa piacerebbe che il sindaco si sia impegnato in una riunione pubblica che entro l’estate risolverà il problema delle mosche, quindi il sottoscritto si riaggiornerà per costatare se in quel tempo il problema sIi è risolto oppure no, altrimenti credo che le dovute riflessioni debba farle, altrimenti non è in grado di fare il sindaco”