Passati i ballottaggi che vedono le donne protagoniste con vittorie nette in grandi città, come Roma e Torino, inevitabilmente il pensiero si sofferma sulla piccola giunta arienzana e suoi problemi di quota rosa.
Il problema secondo noi è serio e non solo su questa questione.
Esiste una recente sentenza del Consiglio di Stato, Febbraio 2016, che stabilisce che i sindaci debbano assolutamente esperire una seria istruttoria prima di disattendere la legge Del Rio. Sì perché Davide Guida potrebbe benissimo dire che ha chiesto alle consigliere la propria disponibilità ma che non hanno accettato l’incarico tanto da dover utilizzare la facoltà di scegliere il suo assessore donna esterno. Solo che tale eventuale giustificazione non reggerebbe proprio. Tutta le donne elette hanno avuto deleghe alcune più di una e Gioconda Lettieri è anche capogruppo di ArienzoèTua in consiglio comunale, questo significa che comunque dovrà fare la riunione di capigruppo, come si sposa allora questo impegno importante delle consigliere con il mancato ruolo di assessore?
Un passaggio importante del Consiglio di Stato:
“Tale impossibilità deve esser adeguatamente provata attraverso lo svolgimento da parte del Sindaco di una preventiva, accurata ed approfondita attività istruttoria preordinata ad acquisire la disponibilità allo svolgimento delle funzioni assessorili da parte di persone di entrambi i generi, ed alla necessità di un’adeguata e puntuale motivazione sulle ragioni della mancata applicabilità del principio di pari opportunità. Dunque, suddetta deroga all’applicazione della norma non può certamente derivare da mere situazioni soggettive o contingenti (come nel caso di mancanza di candidati di fiducia da parte del sindaco ovvero di applicazione di disposizioni statutarie relative al funzionamento degli organi comunali), così come peraltro ribadito anche da circolare del Ministero dell’Interno – Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali”.
Se il difensore civico in passato si limitava a sollecitare i comuni a non disattendere la legge di rispetto per la parità di genere, oggi manda le diffide, addirittura si può arrivare all’onta del commissario ad acta per far rispettare la legge e in certi casi pure allo scioglimento del comune. Proprio non capiamo perché il sindaco Guida si sia infilato in questo problema dando pure alle opposizioni motivo per attaccarlo.
Sia chiara una cosa, a noi questa legge non piace, obbligare un sindaco a scegliere una giunta solo per una questione di genere sessuale è a dir poco deprimente, sarebbe stato più logico secondo noi obbligare i sindaci ad avere in giunta almeno il 40% di laureati, tanto per dire come la pensiamo in merito. Però è una legge, si deve rispettare, un sindaco poi dovrebbe farlo senza fare giochetti interpretativi.
Altra cosa incomprensibile sono queste deleghe affidate a privati cittadini. In giurisprudenza c’è chi ritiene che già affidare deleghe a non assessori sia una forzatura, alcuni la ritengono tale facoltà contra legem (noi siamo tra questi con delle eccezioni), che ecco che il sindaco si inventa la nuova figura giuridica del privato cittadino con funzioni delegate.
Il consigliere comunale ha un compito ben preciso, che forse si dimentica, che è quello di controllo dell’attività politico-amministrativa della giunta. Ha un ruolo quindi di controllo ed eventualmente di censura.
Attenzione non è che non sia possibile affidare deleghe ai consiglieri, ma deve essere su materia esterna e non su materie proprie di un amministrazione. Facciamo un esempio pratico, secondo noi è lecito affidare a un consigliere comunale una delega alla trasparenza, in quanto tale delega rientra nelle funzioni di controllo proprie di un consigliere comunale. Una delega ai lavori pubblici invece, come sempre ad Arienzo è successo, è un modo subdolo per aumentare il numero degli assessori. Una delega siffatta poi la troviamo assurda in quanto il consigliere comunale non può partecipare alle riunioni di giunta. Tanto per capirci Francesco Crisci , beninteso non solo lui è un esempio, si troverebbe nell’ibrida posizione di controllato e controllore.
Esiste una delega affidata a un consigliere comunale sulla polizia municipale, orbene quindi che cosa significa questo che la consigliera comunale delegata ha un potere di indirizzo politco-amministrativo? Significa che ha un potere su dirigenti e funzionari ? Se è così, male molto male, perché non potrebbe proprio avercelo. Si dirà che questo lo si fa in tutti i comuni vicinori ed è vero. Succede questo obbrobrio amministrativo perché le opposizioni dormono, voglio fare gli sherlock holmes o inviare chili di carte alla Corte dei Conti, senza vedere che i “soprusi” amministrativi si compiono proprio bellamente sotto il proprio naso.
Vedremo ad Arienzo se l’opposizione sarà vigile su questo tema.

