

Ieri sera siamo stati alla presentazione del Progetto di Riqualificazione della Corte aragonese alla sala Sant’Eugenio proprio nel complesso aragonese che sarà, almeno il suo cortile, oggetto di lavori. E’ stata anche l’occasione per presentare il calendario della Basilica per il 2017
Non sappiamo adesso quanto ci sia stata l’intenzione di rispondere a un nostro precedente articolo sul tema o magari il dilemma era venuto pure ai promotori stessi e cioè il dubbio sulla espressione “corte aragonese” tanto che siamo stati accolti da un foglietto un cui veniva spiegato tra le altre cose che: La denominazione “corte” vuole richiamare l’antico uso del “cortile” come spazio fisico tra edifici e strade per l’illuminazione, l’areazione degli ambienti interni attraverso le aperture su di esso, come zona di transito per persone e cose.
La denominazione corte vuole anche evidenziare il concetto di uso polifunzionale dello spazio e del luogo inteso come collegamento tra la realtà civica e quella Oblata, foro di aggregazione sociale e culturale, luogo di preghiera e riflessione.
Messa così nulla questio.
Sempre riguardo il foglietto una piccola nota curiosa: E poi, perché non confessare candidamente che pensiamo di fare cosa gradita alla nostra venerata Madonna SS. Assunta con lo stesso affetto dei nostri antenati che pensarono di scrivere quelle splendide parole sulla vetrata della cappellina in Piazza Aragona: “Qui ho posto i miei occhi, qui ho posto il mio cuore”
Ci è stato detto – non sappiamo quanto ci sia di vero- che in realtà tale frase fu posta non da antenati ma da padre Luigi Russo omi e dal maestro falegname Antonio Piscitelli quando la cappellina fu restaurata a metà degli anni ’90.
Comunque il progetto presentato dall’Architetto Aniello Calcagno ci è sembrato davvero bello, non siamo in grado di spiegarlo perché non abbiamo le doti, ma ci è molto piaciuto anche perché visto quello che c’è ora al posto dell’agrumeto c’è davvero bisogno di qualcosa che valorizzi il cortile. Interessante anche l’idea di creare una via Crucis con lo scopo come è stato detto della fede che incontra l’arte, la storia e la tradizione.
L’unica cosa che ci ha lasciato perplessi è il fatto che sia comunque previsto il parcheggio per le auto. A pochi passi -forse quindici contandoli- c’è un ampio parcheggio e con la possibilità volendo di far parcheggiare le auto dove è adesso il campo, ci pare che altrimenti questo incontro come detto sopra si perda un po’. Ovviamente un nostro spassionato giudizio.
Erano presenti all’incontro di ieri oltre ai promotori del progetto e all’architetto Calcagno il Sindaco che ha portato i suoi saluti suoi e di tutta l’amministrazione, il superiore dei padri Oblati di Santa Maria a Vico padre Angelo Daddio e il provinciale della provincia Mediterranea padre Alberto Gnemmi.
Unico neo della serata di ieri è che purtroppo non è stato detto quanto costerà il tutto, manco approssimativamente se non un lapidario “un sacco di soldi” e non stentiamo a crederlo, ma come ha detto padre Angelo nel suo intervento proprio la Basilica e il complesso aragonese hanno ricevuto nel corso dei secoli tanto dalla gente e dai fedeli nei momenti più difficili e di difficoltà economica. Speriamo sia lo stesso anche adesso e che pure gli enti pubblici possano nelle loro possibilità e competenze dare un aiuto.
Per chi volesse fare un offerta questi sono i riferimenti:
Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata
Banco Popolare S.Maria a Vico
IBAN: IT19T0503475030.000000005106
Magari oltre questo si potrebbe organizzare un crowdfunding. Ve la regaliamo sta pensata va.
Un bel momento toccante ieri, proprio a suggellare l’incontro tra fede, arte e storia è stato il ricordo che padre Angelo e padre Alberto hanno fatto del loro confratello padre Mario Borzaga (Trento 1932 – Laos 1960) morto martire in Laos con il suo catechista Paolo ThojXyooj , uccisi da un gruppo militare di ispirazione comunista. E’stato ricordato come qualche giorno prima di partire -nel 1957- si sia soffermato anche a Santa Maria a Vico. La canonizzazione avverrà in Laos per i due martiri oblati assieme ad altri 15 martiri l’11 Dicembre 2016.
DOVEROSA PRECISAZIONE: Con la espressione Via Crucis noi intendiamo l’esercizio di pietà che consta nella meditazione e preghiera davanti a delle immagini che rappresentano la passione del Cristo. Tale immagini esistono già e sono opera del maestro Nicola Sgambati, molti ricorderanno che erano esposte nella sagrestia della Basilica qualche anno fa e che verranno utilizzate per l’opera in progetto.
Caro Alfredo, ci tengo a precisare che il nome del progetto di riqualificazione dello spiazzo antistante l’entrata del convento degli Oblati è stato oggetto di discussione tra i promotori dell’iniziativa. I termini presi in considerazione sono stati tanti: piazzale, spiazzo, cortile, corte, giardino, flora; inoltre, alcuni volevano sottolineare il tema dell’accoglienza, altri quello della misericordia, ma i più volevano che fosse richiamato lo stretto legame con gli aragonesi. Tra tutti questi nomi, su suggerimento mio e del prof. Paolo De Nicola, d’accordo con P. Angelo Daddio, abbiamo optato per Corte Aragonese, un nome legato sia alla storia del complesso conventuale, reso grande da Ferdinando I d’Aragona e dai suoi successori, sia alle caratteristiche proprie del luogo oggetto dei lavori, appunto un cortile chiuso dai quattro lati; ma poiché ci sembrava banale l’utilizzo di quest’ultimo termine, abbiamo preferito utilizzarne un altro che avesse lo stesso significato, ma fosse più solenne, “corte” appunto; un termine che, secondo il vocabolario etimologico del Pianigiani aveva proprio il senso primitivo di luogo cinto e sotto i Romani identificava il recinto delle pecore, ma poi nel medioevo arrivò a rappresentare tutte le pertinenze che circondavano una villa e, con l’avvento del feudalesimo, anche interi territori, come nel caso delle nostre corti del Figliarino (o del Vescovo) e di Rosciano. Il termine ebbe così fortuna da arrivare a indicare anche il palazzo dei monarchi con tutti i suoi beni e le persone al seguito dei sovrani e da esso ne sono derivati altri, tra cui quello di corteo a noi tanto caro per ovvi motivi. Tutti questi motivi sono alla base della scelta del nome da dare al progetto e sono stati sinteticamente palesati dall’ing. Gennaro Bernardo nell’articolo pubblicato sull’ultimo numero di Confronto, pubblicato diversi giorni prima della presentazione al collettività. Un’ultima cosa, riguardo al costo dell’opera attendiamo il computo metrico del progettista, l’ arch. Calcagno.
Un abbraccio. Pasquale
Come già evidenziato nel mio articolo successivo che può leggersi qui https://pungiglioneblog.com/2016/11/12/smav-riqualificazione-della-corte-aragonse/
Sono contento che le mie perplessità in merito siano state non il frutto della mia mente “malata e malpensante pronta solo a distruggere” ma siano venuti anche agli “addetti” ai lavori. Il foglio e la brochure distribuite avevano già in me dissipato ogni dubbio ma sono comunque contento di questa risposta che è ancora più esauriente.
Riguardo al costo non chiedevo una stima precisa ma un idea per rendersi conto della portata dell’opera.
Ricambio l’abbraccio. Alfredo