Mamme santamariane sul piede di guerra pronte a ritirare i figli dalla scuola se immediatamente non si baderà a rendere degni dei loro figli il desco quotidiano. Sembrerebbe che con plessi scolastici che cadono a pezzi (letteralmente), con un trasporto pubblico azzerato o quasi, i genitori abbiano trovato nella deficitaria mensa scolastica il punto dove riversare la propria rabbia. E quale sarebbe il danno? La pasta pare sia un poco scotta, fredda.
Il costo della mensa è di €37,00 per 25 tagliandi almeno in base alla delibera di giunta che si riferisce all’anno 2013/2014, ma siccome l’assessore ha più volte affermato che non è aumentato il costo del ticket, dovrebbe essere lo stesso pure quest’anno in corso. Con questi prezzi non si può pretendere di avere un servizio da Savoy!
Se si vuole che i pargoli mangino meglio piuttosto che ritirare i figli dalla mensa, meglio offrirsi per un controllo della qualità dei pasti attraverso chiaramente dei criteri obiettivi e non come “a casa mia lo faccio mangiare così”. Non ce ne vogliano le mamme, ma un pasto convenzionale per le scuole ottenuto da materie prime di buona qualità oscilla da 4,2 a 5,0 € (includendo la mano d’opera e i costi di gestione accessori). Nei comuni dove il pasto è ottenuto solo da materie prime biologiche comprese le carni, l’importo lievita di 1,30 € circa.
Chiediamo all’assessore competente, sapendo già di non ottenere risposta, ma la temperatura del cibo viene misurata al momento della consegna? Ricordiamo che il pasto caldo deve avere una temperatura superiore ai 35° gradi, altrimenti il piatto non deve essere servito. Oltre ovviamente ad altre accortezze, come un locale che sia adeguatamente idoneo per consumare pasti.
Insomma alle mamme ci viene da consigliare di essere meno giudici alla Masterchef e più presenti nelle commissioni comunali adibite proprio per quello e se la commissione non c’è o latita fare in quel caso la voce grossa.
All’assessore chiediamo, ma sappiamo già che sono parole al vento, un’attenzione maggiore a queste problematiche, non basta “assaggiare” ciò che arriva, ma bisogna adoperarsi al meglio per migliore le condizioni di ambiente delle mense e della qualità dei pasti, magari provando pure ad ascoltare i consigli e le lamentele dei diretti interessati.
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