SMAV: DA PIAZZA ARAGONA (PROBLEMA RISOLTO) A PIAZZA ROMA (PROBLEMA DA RISOLVERE)
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 16 Settembre 2015
Piazza Aragona, è stato risolto, al momento, il parcheggio selvaggio della Piazza che avevamo documentato. Ebbene nel pomeriggio di ieri si è transennato un passaggio che consente ai residenti di raggiungere le proprie case e si evita al contempo agli automobilisti che odiano Santa Maria di deturpare la piazza.
Ovviamente non diamo colpe all’amministrazione per quello che si è verificato, ma solo alla scostumatezza di certe persone, che proprio non ce la fanno a capire che Libertà non significa fare quello che pare, ma decidere in maniera autonoma quali debbano essere i propri comportamenti possibilmente evitando di fare casino. Anzi riteniamo che queste transenne dimostrano che Santa Maria a Vico per alcuni non è un paese civile, ma dominato da una potenziale anarchia del “che me ne fotte, che teng’a verè!”. Siamo contenti della soluzione adottata, ma avremmo preferito, ci si lasci la battuta, la punizione corporale, .
Ora l’attenzione nostra, e di certo pure di tutta l’amministrazione, si è spostata al plesso Leopardi in Piazza Roma, che a causa dei lavori vi sono disagi soprattutto all’uscita della scuola alla fine del normale orario di lezioni. Non sappiamo quale possa essere la soluzione del problema per rendere più agevole l’uscita, forse scaglionandola per ogni classe o gruppo di classi a 15 minuti di differenza. Dobbiamo però costatare che ci pare creino più problemi i genitori che non i piccoli alunni che abbiamo notato molto disciplinati. Non capiamo che senso ha accalcarsi ai cancelli, basterebbe stare a 20 metri di distanza. I bambini sono molto più intelligenti di quel che sembra ai loro cari, sono in grado grazie all’imprinting di riconoscere la faccia del proprio genitore tra mille così come la sua voce fin dalla nascita. Abbiamo inserito in questo articolo la foto del 1959 di questi bambini del comune di Guiglia in provincia di Modena, i quali per andare a scuola e tornare dovevano attraversare il fiume su di una carrucola. Ora non è che questi bimbi erano più in gamba di quelli di questa generazione o i genitori meno amorevoli di quelli di oggi, ma semplicemente si riconosceva il valore importante della scuola da un lato e ci si fidava della capacità intellettive dei proprio pargoli. Per intenderci pure i maestri dovevano farla la carrucola. Non osiamo pensare a cosa succederà quando comincerà a piovere, forse bisognerà chiamare un nucleo antisommossa.
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