E’ ovvio che nella nostra rubrica nazionale del Lunedì si debba parlare delle elezioni in una delle mangiasoldi che sono le regioni e in particolar modo della regione Umbria. In questo paese si vota una volta al mese circa, ma si governa mai, quindi le elezioni umbre potrebbero avere delle ripercussioni anche sul governo centrale, ripercussioni curiosamente auspicate anche da chi forma quel governo.

Facciamo la nostra analisi tra vincitori e sconfitti:
Vince il centro-destra. E’ chiaro che la coalizione di centro-destra in Italia in questo momento a primeggiare nel Paese con le forze all’interno della coalizione ribaltate rispetto al passato.
Vince la Lega, perde la politica salviniana:
Nel momento in cui scriviamo la Lega ha il 38% dei voti che è un ottimo risultato se lo si confronta con il dato nazionale -intorno al 30% poco più- in caduta costante, prima del Papetee sfiorava il 40%. Appunto perde la strategia di Salvini per questo motivo, La Lega ha ancora un senso e un seguito nel momento in cui si ritrova in una coalizione. Nell’alleanza Giallo-Verde ha potuto cannibalizzare l’anima di destra del Movimento 5 Stelle e raddoppiare il consenso, ma dopo i fatti di Agosto ha perso quel consenso, ora lo sta mantenendo -a fatica- perché si ritrova con partiti come FdI e paradossalmente Forza Italia più radicati, non tanto solo sul territorio, ma ideologicamente. Per spiegarci: la Lega da sola non è che un partito xenofobo e razzista, ma con FdI e soprattutto con Forza Italia, oltre quello ha anche un aspetto più “liberale” e ritorna ad essere -seppur in tono minore- il partito degli operai e imprenditori del Nord.
Secondo mai male fa Giorgia Meloni a insistere a fare da scudiero a un leader che si è dimostrato debole, ma se lo attaccasse, nel lungo periodo assorbirebbe completamente la Lega nei voti e sul territorio. Ma purtroppo i politici odierni guardano i sondaggi ora per ora e non hanno visione lunga.
Vince Berlusconi: Appunto il vecchio leader ancora una volta dimostra che senza di lui il diluvio, rimane ancora fondamentale il suo partito, non tanto in termini di voto, ma in termini di patente liberale valida per i salotti europei e per quelli imprenditoriali nostrani, qualsiasi cosa oggi questa parola “liberale” voglia dire, i veri liberali so altri e in Italia non esistono quasi più.
Perde il Movimento 5 Stelle: lo si sapeva, nessuna novità al riguardo. Ma la sconfitta è pesante, al momento in cui scriviamo è poco sopra il 7%. Inutile girarci intorno l’alleanza con il nemico di sempre -il Pd- non piace, meglio soli direbbero i tanti talebani, e ovviamente adesso sotto attacco sarà di nuovo Luigi Di Maio che non vediamo come possa uscirne bene dopo questa legislatura viste le tante bocciature e fallimenti.
Perde quindi l’alleanza Giallo-Rossa: amici per forza-nemici per sempre, non funziona. Monito anche nel Pd e in quell’aria di sinistra che vede nel m5s una possibile alleanza futura, non è possibile che partiti diversi così tanto strutturalmente oltre che ideologicamente.
Perde Conte: il presidente del consiglio ci ha provato a minimizzare quella che oramai era una sconfitta palese, certo la casalinata di paragonare l’Umbria alla provincia di Lecce ha avuto l’effetto di offendete una regione e provincia intere in un colpo solo, ma i complimenti per la strategia di marketing politico.
Tiene il Partito Democratico: in termini percentuali e tenendo presente che vi è stata una scissione, l’ennesima, infondo non è nemmeno andata male. Si perde una regione importante in quanto storicamente a sinistra, ma è pur vero che il partito, qualunque partito, dopo aver toccato un minimo storico e due scissioni nel giro di un paio di anni qualche assestamento se lo deve dare ed è pure inevitabile si perdano comuni e regioni per strada. Certo anche per il Pd si pone il problema dell’alleanza mai veramente voluta, ma a questo punto capiamo vi sia il dubbio se finirla qui. Infatti, se la si fa finita si mette in pratica mettere il partito di Italia Viva in forte difficoltà visto che ancora non è pronto per una discesa in campo; oppure tenere in vita questo governo e provare a cannibalizzare il lato sinistro del movimento -alla Salvini insomma- e provare in questo modo a recuperare consenso da un lato e ridurre il M5s a fastidioso ricordo.
Una nota su Matteo Renzi: Italia Viva a queste elezioni non c’era, ma in pratica lo stesso Renzi ha perso. Per un motivo molto semplice: le ripercussioni sul governo. Un governo traballante non gli conviene, Renzi ha bisogno che la legislatura duri fino alla fine per essere pronto e al momento non lo è. Seppure è vero che i governi cambiano nel corso della legislatura è pure vero che questo è un rischio che non può permettersi.