Più che un terremoto si tratta di uno tsunami, un’onda che potrebbe abbattersi con una forza spaventosa sulla costa oppure esaurirsi prima di arrivarci.

Questa sembra essere la candidatura, possibile, del magistrato Catello Maresca. Candidatura che sarebbe appoggiata dal centro-destra contro lo sceriffo Vincenzo De Luca.

Una candidatura, che se va in porto, sarebbe per il centro destra un win-win importante. Un magistrato come Maresca che si candida con l’appoggio di un partito come Forza Italia, che noi abbiamo visto sempre ostile ai magistrati, sarebbe un riacquistare sul quel lato una certa verginità. Ma così come per tutto il centrodestra sia chiaro.

Un bel grattacapo per De Luca che pensava di aver già la vittoria in tasca e vedeva queste elezioni come una camminata sul tappeto rosso con ali di elettori entusiasti scroscianti applausi. Anche perché non aveva avversari particolari, con Caldoro, una candidatura moscia già vinto cinque anni prima, un Movimento 5 Stelle oramai pure in Campania in caduta libera, un De Magistris che non ha alle spalle una coalizione seriamente importante tale da impensierirlo. Nei sondaggi prima della Pandemia la distanza tra De Luca e Caldoro era solo di 3 punti oggi è abissale.

Maresca cambia tutto. Anche per un discorso di simbologia per quel che rappresenta il magistrato in una Regione come la Campania cui larghe parti del territorio sono sotto il controllo diretto della Camorra e non ci pare che lo sceriffo abbia fatto della lotta alla criminalità organizzata il suo fiore all’occhiello, anzi forse si è distinto più per la lotta alle feste di laurea.

Se come detto per il centrodestra è una chiara situazione di win-win pure se si dovessero perdere le elezioni non è proprio così per Maresca.

Per candidarsi deve lasciare la magistratura come ovvio, ma se si votasse a Luglio, seppur ipotesi che sembra tramontare, non vi sarebbe il tempo materiale per organizzarsi e creare quel consenso fatto di movimenti e associazioni di cui ha bisogno il magistrato per essere meno dipendente possibile dai grandi partiti. Un voto a Settembre, come sembra orientato il governo, concederebbe a Maresca il tempo necessario per muoversi. Ciò non toglie che un voto a Luglio spingerebbero tutti per la candidatura di Maresca nel centrodestra proprio in vista della sconfitta possibile e il magistrato si ritroverebbe politicamente bruciato. A nostro avviso non dovrebbe candidarsi a luglio, ma invece a settembre avrebbe delle possibilità.

Vedremo se l’entourage di Caldoro si farà indietro, ma immaginiamo di sì se si vota a luglio, mentre non sappiamo se vi saranno resistenze per un voto a Settembre. Vedremo.