Siamo in ottica Eurovision, che partirà questa settimana, e siamo ancora entusiasti del Tricolore del Napoli e quindi non possiamo non fare una unione ideale delle due cose.

Abbiamo pensato di ritrovare qualche inno riguardo il Napoli su internet. Ora riguardo gli inni c’è da dire che erroneamente viene considerato O surdat nnamurato che comunque non si canta più, quest’anno timidamente. Oppure per un brevissimo periodo è stata Napule è.

Per inno si intende proprio una canzone, quindi non un coro da stadio, scritta appositamente per una squadra di calcio.

Alle volte sono i cantanti stessi che da tifosi scrivono testi, altre volte sono proprio canzoni commissionate dalla società.

E’ difficile fare per noi proprio un discorso di carattere storico, ma ripetiamo, abbiamo cercato in rete e qualcosa abbiamo trovato.

Uno dei primi inni è quello di Nunzio Gallo del 1967. L’autore di corde della mia chitarra proprio con questa canzone ha partecipato all’Eurovision nel 1956 in Germania. L’inno si tratta di una marcetta molto carina e orecchiabile su un ipotetico tifo.

In realtà non sappiamo chi sia l’autore, se qualcuno ci aiuta ci farebbe piacere tanto. Ma abbiamo trovato un altro inno dal titolo Napoli, si nu cannone! Canzone in cui si elogiano i campioni del tempo, come Bandone, Sivori, Altafani e Canè. Ovviamente non mancarono gli “adattamenti dei tifosi”, infatti al verso Sivori, Altafini e Canè i tifosi quando le cose andavano male aggiungevano il verso facite schif tutt’è tre!

A metà anni 80 lo stesso titolo, leggermente ritoccato in ‘O Napule è nu cannone!, sarà l’indimenticato autore della “struggente” Damm ‘o cane, Enzo Romano, a cantarne un inno.

E’ del 1977 l’inno Napoli Napoli del Giardino dei Semplici, bellissimo inno che unisce per la prima volta in maniera ideale città e squadra, e forse con qualche stereotipo di troppo, ma comunque molto bello.

In realtà sempre il leader del Giardino dei Semplici, Gianfranco Caliendo, poi dieci anni dopo ne rifarà un altro con il titolo non proprio azzeccatissimo di: Un’altra canzone per Napoli, ma sempre molto bello.

Come detto anche la stessa società ha commissionato un inno. Erano i primi anni 80, e ci fu il tentativo, miseramente fallito, di cambiare la mascotte, il mitico Ciuccio, con uno scugnizzo di nome Gennarì. Il marketing fu enorme, furono create sciarpe, bandiere e vari gadget, noi avevamo un diario scolastico con questo Gennarì. Ma come detto non funzionò e si ritornò come è giusto al Ciuccio. Per l’inno fu chiamato nientepopodimenoche Peppino di Capri con il suo Na Na Napoli. Peppino Di Capri si esibì all’Eurovision di Roma 91 con Comm è doce ‘o mare che è l’unica canzone italiana cantata in napoletano.

Ma come detto sono i cantanti tifosi come Gallo e Caliendo a cercare di creare una canzone che fosse poi un inno e una molto carina è di Nino D’Angelo che poi fu anche attore di un film “Quel ragazzo della Curva B” con anche tanti calciatori nel cast come Bruscolotti, Puzone, Romano, Giordano, Carnevale e anche Ottavio Bianchi.

Anche la vittoria dello scudetto sarà oggetto di una canzone cui canterà proprio Maradona in cui racconta il suo rapporto con la città.

Ma Diego non è il solo calciatore canterino. Nel 1995 è Gigi D’Alessio assieme a Benny Carbone a cantare un inno. Sono anni difficili e si notano da un verso di D’Alessio rivolto proprio a Carbone che traduciamo: non fare come gli altri che ci lasciano. E Carbone farà un solo anno e poi sarà ceduto all’Inter.

Ci fermiamo qui, chiudiamo con l’ultimo inno di qualche anno fa, sempre di Gianfranco Caliendo dal titolo Amore Azzurro, che poi divenne la sigla di una trasmissione radiofonica. Canzone dal tono nostalgico con tanti artisti e sportivi a cantare che racconta il rapporto d’amore negli anni dei tifosi con la squadra.