Santa Maria a Vico, in questo periodo natalizio è un proliferare di tombolate, gioco antico, che però spesso nelle case di oggi viene un po’ bistrattato ma che ancora conserva tutto il suo carattere di aggregazione. Mai come quest’anno, sono le iniziative che vedono tale gioco natalizio protagonista: dall’Associazione Antonio Calcagno, meritoria associazione in sostegno dei malati oncologici, l’associazione San Vincenzo che ha organizzato due serate presso il “Centro Studi”. Il giorno 3 e 5 gennaio alle 20:30 è la volta della tombolata, ormai ventennale, organizzata dai padri Oblati di Maria Immacolata, dall’Associazione Missionaria Maria Immacolata e dal Movimento Giovanile Costruire, il cui ricavato sarà devoluto alle missioni oblate in Africa.

In riferimento a queste tombolate, fa specie leggere nel comunicato stampa lì espressione “Centro Studi”, invece di biblioteca, finalmente il caro Affinita (assessore all’istruzione) sembra aver compreso, lo avevamo detto fin dalla prima ora, che chiamare quella stanzetta biblioteca era sbagliato e fuorviante, sala polifunzionale o centro studi va benissimo, siamo soddisfatti. Anche se poi proprio alla fine del comunicato compare la dicitura centro studi-biblioteca comunale. Si spera che l’ultima parte venga definitivamente eliminata.

L’assessore in queste ultime ore è stato però criticato dalla preside Pina Sgambato dopo i fatti terribili accaduti al complesso Bachelet. La diatriba nasce dal fatto che, secondo la preside e consigliera di minoranza Pd, le istituzioni locali, sindaco e assessori competente al ramo in primis, sono risultati assenti.

Proprio un mese fa Adolfo Scotto di Luzio sul Corriere del Mezzogiorno analizzava come la scuola ormai è fuori dalle logiche politiche a tutti i livelli. Siamo pienamente d’accordo anzi facciamo una nostra analisi personale possiamo dire che la scuola è in dissesto, intesa come scuola-educazione e scuola-insegnamento, diverso il discorso scuola-edificio. Nel caso scuola-educazione ormai è paradossale come siano gli stessi studenti, famiglie e docenti a essere colpevoli della fine di questa importante finalità, basti pensare che ogni anno gli studenti con autogestioni e occupazioni si riducono i giorni di scuola, addirittura alcuni istituti hanno “istituzionalizzato” l’autogestione. Riguardo invece la fine della funzione dell’insegnamento i colpevoli sono professori e politici non è un caso che su social forum esistono un proliferare di bufale storiche (basta andare a guardarsi tutte le balle neoborboniche) e  scientifiche (dalle scie chimiche alla terra piatta), in genere la dicitura che si trova sui link facebukkiani è: “A scuola non lo insegnano” e nessun docente si sente in dovere di controbattere, evidentemente ci credono pure loro. I docenti sembrano più preoccupati di capire se un ragazzo vale 5 ½ o 6- piuttosto di comprendere se il messaggio è stato recepito. Quindi rimane, forse per poco, la scuola come mattone, come edificio, un luogo per parcheggiare i figli durante l’orario di lavoro, o per aggregazioni sociali tipo partite di basket o pallavolo, o magari se c’è una bella aula magna fare pure qualche convegno politico-culturale. Non a caso il governo Renzi si è preoccupato riguardo la scuola proprio di questo ultimo aspetto, per carità certamente importante, ma forse il meno importante dei tre elencati.

Arienzo, dopo la chiusura ottima di Natal’è favola e la rappresentazione il bel presepe vivente nella frazione Costa, il nuovo anno regala agli anziani della comunità un centro di aggregazione, in realtà esisteva già uno ma i locali in San Filippo Neri non erano idonei rispetto alla nuova sede di via Cappuccini, vi sarà anche un servizio navetta.

Il primo dell’anno però ha portato anche una polemica che riguarda il cimitero rimasto chiuso nel primo dell’anno all’insaputa degli stessi amministratori, vengono annunciati provvedimenti sanzionatori verso gli autori del mancato servizio, anche se non viene specificata la natura. Assolutamente concorde, personalmente ci auguriamo che il provvedimento sia di carattere economico, in quanto la gente capisce solo questo, e in caso di recidiva, se fosse possibile, in un mondo migliore lo sarebbe, bisognerebbe ricorrere anche al licenziamento.