Presentazione del libro “Chiamatela pure giustizia (se vi pare)” di Giandomenico Lepore e Nico Pirozzi promossa dal comitato civico “La Svolta” in una sala della Basilica SS. Assunta davvero stracolma.

Giandomenico Lepore è stato dal 2004 fino al 2011 alla guida della procura di Napoli ottenendo risultati davvero importanti nella lotta alla criminalità organizzata come ad esempio gli arresti dei superlatitanti Antonio Iovine, Michele Zagaria e i fratelli Russo, quattro superlatitanti che parevano imprendibili. Inoltre si è occupato di casi scottanti come Calciopoli, la P4, e la cosi detta Terra dei Fuochi.

Il lIbro-intervista mette in luce tutti i problemi della giustizia attraverso le indagini concrete che il magistrato ha affrontato, inevitabile non soffermarsi  sulla sua incredibile lentezza ed enorme burocrazia che attanaglia la giustizia italiana, tanto da arrivare ad affermare alla Montesquieu “Giustizia ritardata è giustizia negata”.

Sul banco degli imputanti ieri è stata posta la politica, o meglio i politici, attori di un sistema spesso corrotto e autoreferenziale, incapaci di riuscire a creare una reale riforma della giustizia se non su quisquilie.

Lepore è andato giù duro verso i politici arrivando a dire che la criminalità organizzata verrà sconfitta definitivamente solo quando verranno tagliati i fili che la legano alla politica, fino a che la criminalità sarà considerata un serbatoio di voti questo non accadrà.