Poliziotto prende pistola e spara contro ragazzi. Fosse successo in Texas negli Stati Uniti staremmo qui a parlare della brutalità delle forze di polizia locali, dell’uso smodato di armi, nella facilità di possederli e acquistarli.

Invece questa incredibile notizia capita in Santa Maria a Vico.

In realtà Valle di Suessola non è proprio nuova a notizie ove giovani si scontrano con altri, vengono fuori coltelli e ci sono poi feriti seppur lievi.

Proprio un paio d’anni fa di questi tempi pure un Carabiniere venne aggredito da un ragazzo.

Purtroppo è difficile in casi come questi davvero pensare a come risolvere il problema della violenza sia essa giovanile o meno, anche perché non si tratta di mettere in atto una unica azione, ma sono tante le azioni da porre da diversi soggetti.

Certo a chiacchiere siamo tutti bravi a dire la famiglia, la scuola, ci vuole la leva obbligatoria, più controlli e altre cose del genere, ma diciamoci la verità: non funzionano queste cose.

La famiglia ha abdicato da tempo immemore al ruolo di educatore, non lo ha mai avuto, i genitori nel momento che nutrono e vestono i figli sono felici così, non si preoccupano minimamenti di formare/educare le donne e gli uomini del domani.

Ma questo da sempre!

Nel caso specifico poi, la risposta di un padre è stata quella di scendere armato e andare a “discutere”.

La famiglia demanda l’educazione alla scuola e alle istituzioni religiose.

La scuola se n’è lavata le mani dell’educazione, rimanendo un mero edificio dove si giudica la buona memoria dei ragazzi senza oramai neanche soffermarsi a mostrare la bellezza del perché delle cose e degli avvenimenti, ma semplicemente nel dire ai ragazzi: così è! E alle famiglie va benissimo, perché nel momento in cui qualche professore o preside vuole provarci a far da educatore, so mazzate!

Basta vedere il rapporto genitori/scuola. I genitori fanno casino solo se i riscaldamenti non funzionano o se la mensa non è buona, mai abbiamo sentito un genitore che dica ma perché mio figlio non studia Calvino? Oppure la “vera storia” che è na cazzata, ma almeno quello!

Dobbiamo proprio ricordare il caso dell’insegnante sfregiata in classe?

Scuola poi scollegata dalla realtà locale. Si sa tutto della storia dei romani, o sull’arte fiorentina, ma poco o nulla sulla storia e arte locale.

Le istituzioni religiose spesso e volentieri si sostituiscono a quelle civili proprio nell’organizzare il tempo libero dei ragazzi con delle attività, ma la Chiesa, diciamola tutta, ha poco appeal sui ragazzi maggiorenni a salire. Come detto gli enti comunali sono ben felici di eliminare la voce “giovani” nei loro bilanci, se si eccettua qualche attività che al massimo può durare 1/52 settimane ed è sempre sport. Perché sta cosa che i giovani devono fare sport è una cosa proprio che non se n’esce!

Lo sport in verità si rivolgerebbe a tutte le fasce di età non solo ai ragazzi.

Noi in questo blog ci occupiamo di politica e ai politici vogliamo rivolgerci.

Gli enti comunali potrebbero insieme alla scuola. di concerto con le famiglie, organizzare corsi su come si scrive un curriculum, come si costruisce una impresa, come si sceglie una università, se conviene in base alle proprie capacità proseguire un percorso di studi o andare a bottega.

Ci si riempe la bocca durante le elezioni dello “sportello giovani”, non si è mai capito cos’è!?

Ma che fine hanno fatto i vari forum dei giovani e il consiglio comunale dei ragazzi?

Per gli adulti ci vuole una istruzione dedicata. Devono tornare a scuola! Ci vorrebbe una legge che imponga l’istruzione obbligatoria almeno un mese all’anno pure non consecutivo. Economia domestica, leggere e comprendere un testo ad esempio.

Fortunatamente l’associazionismo in Valle di Suessola non manca e va sostenuto e alimentato, anzi spesso sopperisce alle mancanze istituzionali.

Certo non è che se ci sono queste cose non avvengono fatti come quello di domenica o altri analoghi, la mamma dei ecc.ecc., ma almeno ognuno può dire di star facendo la sua parte.

Secondo noi le istituzioni locali potrebbero far di più. Ma forse tutti noi potremmo far di più.