Una raccolta firme che finisce e viene portata in comune e un’altra che comincia con la possibilità di firmarla in comune.

E’ il gruppo “La Svolta” che consegna ben 637 firme di cittadini santamariani, che chiedono una rimodulazione della TARI, visto il periodo di difficoltà che i cittadini stanno vivendo non solo per la “crisi economica” perdurante, ma anche per una innalzamento di tutte le tasse e tariffe comunali.

Il documento è stato protocollato nella giornata di giovedì e Carmine De Lucia membro della “Svolta” ha chiesto al primo cittadino di attivarsi in tal senso: Io, i membri del comitato La Svolta e tutti i cittadini che hanno sottoscritto la petizione aspettiamo ora risposta dall’amministrazione. Entro 30 giorni il sindaco e la sua giunta dovranno decidere se tener conto di quanto chiede la popolazione e provvedere alla rimodulazione della Tari, agevolando così le fasce più deboli che, in questo difficile periodo di crisi economica, stentano davvero ad arrivare a fine mese”.

Sicuramente una richiesta giusta e sensata, ma forse bisognava anche “dare una mano” a questa amministrazione indicando quali utenze andavano rimodulate, e all’interno delle stesse, quali fasce bisognava aiutare o sostenere. Un esempio, famiglie con 3 o più bimbi minori, ecco quella famiglia invece di pagare la tariffa della utenza domestica da 5 o 6 o più persone potrebbe essere considerata famiglia da 3 persone e pagare la tariffa corrispondente. Oppure nelle utenze non domestiche, tipo bar et similia, nella raccolta delle lattine o del vetro il comune potrebbe fornire delle riduzioni alla tariffa, ma nello stesso tempo, le “guardie ambientali” (dovranno pur servire a qualcosa) controlleranno la corretta differenziata dei gestori, in casi di errore si perde il diritto alla riduzione.

Altra raccolta firme, è quella organizzata dal Movimento 5 Stelle Smav, dalla giornata di giovedì sono disponibili al comune moduli per la proposta di iniziativa popolare sulla uscita dall’euro. E’ necessario un documento di identità valido.

Dispiace essere drastici, ma è davvero una delle iniziative più inutili che il m5s ha mai intrapreso. Come già detto, non importa la motivazione in se, che può essere anche legittima, seppur una uscita unilaterale dall’euro sarebbe a nostro avviso disastroso per il paese, ma è nello strumento che si vuole utilizzare per farlo che critichiamo.

Come già detto l’unica via è far una legge costituzionale  ad hoc che promuova un referendum consultivo sulla questione. Orbene quindi non vi è bisogno che i cittadini firmino alcunché, in quanto una legge costituzionale segue le regole di modifica costituzionale, quindi basterebbe che i parlamentari pentastellati la presentino in parlamento e riescano a creare delle alleanze per farla approvare. Ovviamente stiamo parlando di qualcosa di titanico per quei parlamentari che non vedono altro che loro stessi in parlamento, quindi no alleanze anche se la causa è giusta, ma soprattutto scrivere una legge costituzionale sarebbe alquanto complesso per loro.

Se mai tale impresa dovesse essere portata a compimento ci sarebbe un referendum consultivo, quindi i cittadini in questo caso potrebbero esprimere la loro opinione, ma essendo il referendum consultivo, come dice la parola, non è detto che venga preso in considerazione. Quindi in parole povere: quei moduli che stanno al comune sono fuffa.

Probabilmente neanche li pentastellati santamariani non ci credono poi tanto, visto che il banchetto non è stato organizzato, e forse non lo sarà, ma chiaramente per obbedienza di partito hanno dovuto far qualcosa per non essere espulsi vista la facilità con la quale viene revocato l’uso del “marchio” di proprietà esclusiva di Beppe Grillo.