Vincenzo D’Anna ha fatto la sua mossa.
La settimana scorsa ci stavamo chiedendo se l’ex senatore sarebbe stato della partita comunale o magari si impegnasse solo per le regionali. L’intervista di ieri a Giorgio De Matteo, facciamo i complimenti alla giornalista, fuga ogni dubbio.
L’intervista offre davvero tanti spunti interessanti. Ma la mossa che più ci ha colpito è il classico ma mai desueto: divide et impera.

Infatti cosa ha detto di interessante De Matteo? Innanzitutto la volontà, se dipendesse da lui, di candidare Veronica Biondo a sindaco. Ora, siccome i due non ci pare si siano mai amati molto, dal tempo del forum dei giovani, ci è parso curioso questo endorsement, per questo pensiamo che vi sia lo zampino di quella vecchia volpe di D’Anna. Comunque traducendo, utilizzando il vocabolario De Matteo-D’Anna, è stato detto questo: Cara Veronica, conosciamo le tue ambizioni e siamo pronti a soddisfarle, qua c’è una squadra pronta a sostenerti, lascia Andrea e vieni da noi.
Noi chi?
A quanto pare una versione di Cambiare si può che già 5 anni prima si era presentata alle elezioni, con De Matteo candidato, e Giancarlo Bernardo candidato sindaco. Invero sarebbe Fratelli d’Italia per lo più, che fu ossatura importante proprio di quel progetto.
Tra l’altro come il buttare il sasso nello stagno produce poi delle onde concentriche così si sono allargate le braccia a un posto in lista per Ferrara, Pascarella, Affinita.
Però se rapportiamo questa mossa al gioco degli scacchi si è sacrificato un pezzo. Proprio quel Giancarlo Bernardo indicato come candidato sindaco di questa lista. Candidato sindaco pro tempore nell’attesa che Biondo ceda alle al richiamo delle sirene.
Come ha detto De Matteo nella sua intervista c’è ancora tempo, un paio di settimane, poi si dovranno tirare le fila e vedremo come evolverà il tutto, ma il guanto di sfida è lanciato.

Quando leggo che scendono in campo (apertamente o in modo occulto) personaggi che, evidenza dei fatti, non hanno prodotto nessun beneficio alla nostra cittadina, pur sedendo su scranni regionali o parlamentari, immagino che sia inutile fare appello al loro senso del pudore e si debba soltanto sperare nel popolo che, nel segreto dell’urna, possa relegarli lì dove meritano.