Dopo aver analizzato ieri i programmi di Eugenia Carfora e Antonella Lettieri, oggi ci occupiamo di quelli di Emilio Nuzzo e Carmine Palmieri.

Iniziamo da Nuzzo.

PRO: C’è un punto nel programma che può sembrare banale, ma non lo è secondo noi. Ci riferiamo alla volontà di divulgare ai cittadini le scelte strategiche dell’azione amministrative. Certo se ci limitiamo a un informazione del ciò che si fa non è niente di che, ma se come pensiamo questo punto significa spiegare ai cittadini perché si compie l’azione A e non l’azione B ecco questo è un modo di tenere il contatto con i cittadini. In genere dopo le elezioni ci si richiude nelle stanze del palazzo comunale e si fanno poi i comunicati stampa, però se si creasse ogni tot di mesi un incontro con la cittadinanza nel senso detto sopra, lo vediamo un buon punto. Ci piace in maniera esagerata questo passaggio “Promuovere, tutte le azioni di prevenzione e contrasto all’infiltrazione criminale”. Che va bene è un po’ generico, ma ci pare sia l’unico programma a parlar chiaro che esiste una problematica criminale cui far fronte, quindi non si fa finta di considerare questo un territorio immune dalla criminalità. Ci piace anche la volontà di incrementare il “patrimonio arboreo“. Ci piace anche in questo la volontà che bisogna recuperare l’evasione. Ottenere ristori per l’emungimento d’acqua e sarebbe pure ora, ottimo!

CONTRO: L’Asilo nido! E’ completamente sbagliata la concenzione. Cioè l’idea del programma è creare un asilo nido per venire incontro alle mamme lavoratrici. A paerte il fatto che bisognerebbe superare questa concezione antiquata della famiglia, anche i papà evidentemente allevano la prole, non solo le mamme, e inoltre l’asilo è una scuola, non è un parcheggio! Avere un asilo è importante in quanto i bambini possono fare le loro esperienza di crescita in un ambiente controllato con personale esperto e inoltre non da sottovalutare la interazione con gli altri bimbi. Insomma, siamo indietro a livello concettuale su questo argomento almeno di 50 anni! Pure sulla scuola non ci siamo. Si ha la concezione romantica di essa con l’espressione, che significa tutto e niente e cioè “la scuola deve essere aperta al territorio”. La scuola deve formare le nuove generazioni di Uomini e Donne! Persone che siano in grado di affrontare le sfide personali, sociali e lavorative degli anni avvenire. L’amministrazione futura dovrebbe preoccuparsi del fatto che viviamo in una società informatica e mentre oggi è necessario conoscere fin da subito programmi come word ed excel, stiamo ancora a usare quaderno e penna a inchiostro, lavagna e gessetto! Favorire lo sviluppo edilizio. Veramente a San Felice si sente tutta sta necessità di consumare suolo e costruire ancora? Magari sistemiamo o abbattiamo le case incompiute e modernizziamo gli edifici che ci sono.

Pro e Contro: Non ci è chiaro il punto in cui si dice che bisogna ridurre i costi delle politica. Che costi ha la politica a San Felice? Ci pare sia un punto come dire populista. Certo aiuterebbe in questo senso che il candidato sindaco annunciasse la sua squadra di assessori in questa fase per i prossimi due anni e mezzo. Ecco così magari i consiglieri comunali che portano qualche voto non si sentano in dover diventare assessori, che è l’unica carica che ha un vero e proprio “stipendio”, ed evitare in questo modo il valzer degli assessori che ha caratterizzato le ultime amministrazione sanfeliciane. Ci piace il passaggio sulla cultura, sulla storia da riscoprire, ma che sia appunto però affidata ad esperti riconosciuti nel campo. Perché a livello culturale il guaio dei piccoli paesi e che chi legge un paio di libri o addirittura ha una pubblicazione che ha letto a stento la famiglia viene definito intellettuale e poi vediamo i disastri nella divulgazione storica e scientifica. Passaggio poco chiaro quando si dice che si devono recuperare risorse per ridurre il carico fiscale e fare investimenti. Secondo noi la coperta è corta o recuperi le risorse per ridurre il carico fiscale o incrementi gli investimenti, insieme le cose non vanno. Ridurre le tasse ai commercianti. Anche questo ci sembra molto populistico come punto, va bene abbassare le tasse se si può, ma poi quale spesa viene contestualmente tagliata? Quale investimento viene sacrificato? Ma poi siamo sicuri che tutti i commercianti pagano le tasse? Perché questo punto lo si da molto per scontato ci sembra.