Ultimo appuntamento con i nostri amici che ci hanno accompagnato in questa splendida avventura sulla ragioni del NO. Il sipario lo calerà Alessandra Vigliotti, insegnante, che non pensiamo abbia bisogno di nessuna presentazione in quanto conosciutissima, da sempre attivista politica sia a Cervino che a Maddaloni dove è consigliera comunale. Un NO il suo sofferto, come quello di tanti, che votano NO andando contro le indicazioni di partito. Ma appunto per questo un NO che ha un gran valore perché pensato, discusso, sofferto.

Ecco cosa ci dice Alessandra Vigliotti

Non è semplice spiegare le ragioni di un “NO”. Che pesa ancora di più se in parte stride con la linea del Partito in cui milito convintamente da tanti anni ormai. Ma la bellezza della Democrazia è anche questa. Poter dissentire. Poter ancora ragionare di cuore. Di pancia. E di testa. La bellezza di quella Democrazia che è quotidianamente sotto attacco. Nel silenzio di chi la uccide un poco ogni giorno. Anzi. Forse è il caso di dire nel frastuono di chi la uccide un poco ogni giorno. Perché tanta parte della Politica che ci circonda è ormai questo: solo rumore. Il rumore della voce di chi grida “Voto SI per dimezzare i costi.
Voto SI per mandare a casa la Casta”. “Voto “SI” perché negli altri Stati Europei ci sono meno Parlamentari che in Italia”.
Ma la mia preferita è “Voto SI per poter scegliere di essere rappresentato meglio. E da chi essere rappresentato meglio”.
Come spiegare a chi grida tutti questi “SI” che stanno votando una modifica Costituzionale e non una riforma elettorale? Perché forse la questione è tutta qui. E si chiama appunto riforma elettorale. Potrebbe anche passare una modifica costituzionale nel merito del dimensionamento. Ma se poi è il Popolo a scegliere da chi vuol farsi rappresentare. Ed invece ci avviciniamo verso quel pericoloso limbo di un Parlamento che ci rappresenterebbe meno. E peggio. Perché se a scegliere resteranno i Partiti, non sempre si guarderà alla competenza. A queste condizioni, io non ci sto. Io voto NO.
Perché non saranno gli apparati a scegliere per me e per il mio territorio.
Perché non mi interessa risparmiare una manciata di centesimi se poi devo rinunciare al sacrosanto diritto della Democrazia partecipata e partecipativa. Perché per ridurre i costi basta dimezzare gli stipendi. Ed eliminare gli scandalosi privilegi.
Perché la Politica non è un mestiere. È un onore. Una responsabilità. Un impegno. Ma non un mestiere.
Purtroppo l’esperienza dei 5S ha confermato questo fascino misterioso ed atavico della poltrona. In virtù del quale è più opportuno tagliare i posti e non i costi: sennò poi il panfilo e la villa a mare, come se li comprano? Purtroppo è facile riempirsi la bocca di slogan precostituiti che poi il popolino ripete come fossero un mantra. La verità è che votare “SI” non eliminerà la casta. Anzi. La renderà quasi istituzionale. Perché senza una riforma che reintroduca le preferenze e la rappresentatività territoriale adeguata, le Segreterie di quasi tutti i Partiti non sceglieranno mai i migliori. Continueranno ad indicare quelli che ci sono sempre stati. O quelli che ci sono da poco, ma si sono ambientati in fretta. E che pur di restare, hanno sacrificato il “mandato zero”. I meetup zonali. La piattaforma Rosseau. Vivo un Partito che fa della militanza e della meritocrazia le basi della sua azione politica: potrei votare “SI” sapendo che cambierebbe poco nella serietà delle scelte. Ma voto “NO” perché non voglio essere ciambella di salvataggio per un Movimento che i conti deve farli con se stesso. Voto “NO” perché questo Governo deve affrontare le contraddizioni interne. Risolverle. O andare a casa. Voto “NO” perché mio padre mi ha sempre detto che è anche con i “NO” che si cresce e si diventa adulti. E questa mia povera e bella Nazione ha l’assoluta necessità di crescere. Di maturare. Di diventare adulta.