Non possiamo non parlare del caso Bonafede-Di Matteo.
Facciamo una premessa: noi riteniamo questo governo, come quello precedente, retto da totali inetti, Bonafede è certamente da ascrivere tra questi. Se non si dimostra il dolo il reato è colposo, ecco basterebbe questo a chiederne le dimissioni immediate e le scuse ad un intero popolo.

Noi ne chiedemmo le dimissioni al tempo dell‘arresto show di Cesare Battisti quando il ministro Bonafede volle fare il buffone con l’altro suo pari, all’epoca ministro del tutto, Salvini. E continuiamo a chiederle pure oggi per manifesta incapacità.
Purtroppo il mito dell’onestà onestà onestà de sta ceppa ci ha portato gente improbabile al potere, tanto si è scherzato e riso per Di Maio bibitaro, risa che sono un po’ quelle che al cinema si sentono durante un film horror cercando di esorcizzare la paura. Poco si è detto di DJ Fofo’, eh si’ il nostro ministro che guarda i sigilli ha questo passato non infamante, ma certo non proprio edificante, come curriculum politico, anche lui un miracolato della Casaleggio Associati.
In questa particolare polemica siamo costretti a difenderlo.
Il Pm Di Matteo ha attaccato il ministro, non in una sede istituzionale, ma in una trasmissione televisiva, per quale motivo? Perché poi parla dopo un paio d’anni dai fatti? Poi la trasmissione è quella robaccia di “Non è l’Arena” malcondotta da Massimo Giletti un nome una garanzia di trash Tv che a nostro avviso non rafforza, ma indebolisce l’accusa di Di Matteo.
A sostegno della tesi del pm ci sarebbero delle intercettazioni di boss, la più “grave” sarebbe questa: se nominano Di Matteo, per noi è la fine, questo butta la chiave. Se questa frase denota di certo una preoccupazione sulla figura del magistrato, non dice che il ministro sia un corrotto oppure si possa far pressioni su di lui per ripensare alla scelta.
Scelta su Di Matteo che è stata proprio del ministro Fofo’, il pm si era riservato un paio di giorni per decidere, avesse detto subito si’ non staremmo certo a parlare di questa roba.
Se il ministro deve spiegare qualcosa al Parlamento non è certo per le intercettazioni o per le dichiarazioni di Di Matteo in una trasmissione spazzatura, ma dovrebbe spiegare perché non si è comportato da galantuomo e non ha atteso le 48 ore che aveva promesso, quindi quali i meccanismi della sua console nel cervelletto lo hanno spinto nel cambiare idea. Spieghi perché e percome sono usciti 8.000 detenuti e di questo 400 circa tra mafiosi e narcotrafficanti!
Nei primi anni ’90 bastava un avviso di garanzia per macchiare di colpevolezza il malcapitato di turno, spesso politico e imprenditore, nella opinione pubblica ora manco quello, basta una telefonata!
Ci meraviglia l’attacco al ministro di Forza Italia visto che il proprio leader sempre si è sentito vittima dell’atteggiamento dei magistrati, come dimenticare l’invito a comparire della procura di Milano quando l’allora presidente del consiglio Berlusconi presiedeva una conferenza sulla criminalità organizzata a Napoli nel 1994!
Salvini e la lega vuole lo scalpo del Dj, ma da qual pulpito? Dal partito il cui leader si è fatto salvare da una commissione parlamentare per non incontrare i magistrati ci si aspetterebbe il silenzio e magari qualche foto in meno con spacciatori.
Giorgia Meloni è stata la più solerte a dire subito dimissioni, ma pare più per dovere di opposizione che per convinzione, quando vi era il governo M5s-Lega ci pare che la Capitana abbia digerito tutte le scemenze del ministro di certo in bonafede.
Dimissioni del ministro di grazia e giustizia? Certo! Quando? Prima di ieri! Perché? Non per Di Matteo, ma perché è un emerito incapace!