Ieri sono cominciati i mondiali di calcio e come ogni quattro anni è cominciato lo sfondamento di uallera tipico di certa gente frustrata dalla vita.

Eh signora mia il Qatar che brutta nazione! I soldi corrompono! I lavoratori morti per gli stadi! I gay che non possono amarsi! Eh Signora mia cosa ci dovremmo aspettare di più da una nazione che ha una forma a cazzo di cane.

In genere quando l’Italia si qualifica, bei tempi quelli, i frustrati cominciavano con la tiritera del tipo con tutti i problemi che ci sono ci tocca guardare 11 miliardari cafoni che inseguono un pallone in mutante! Ma in questo caso ci si limitava a bloccare per un mesetto il tizio/a e si ritornava a tifare.

Quello che troviamo insopportabile è l’ipocrisia.

Non stiamo dicendo che il Qatar sia una nazione modello, anzi, e contestiamo anche il fatto della scelta come sede dei mondiali sebbene nel corso della storia il mondiale di calcio si è spesso disputato in nazioni dal presente politico e sociale molto discutibile, basterebbe ricordare Italia ’34 o in tempi recenti Russia ’18.

Ammettiamo dunque che l’inidgnazione sia reale, che lo schifo in Qatar riguardo i diritti umani sia davvero sentito. Come mai si vede solo oggi con il Campionato Mondiale di Calcio? Un campionato che si tiene una volta ogni quattro anni e che è arrivato ieri in Qatar ci starà un mesetto e poi non ci metterà più pallone.

Eppure ci sono competizioni sportive che ci vanno ogni anno in Qatar e nessuno si indigna. Per esempio come mai nessuno si lamenta che ci sia un mondiale di Formula 1 o del motomondiale? Eppure i soldi che girano in quegli sport sono tanti e forse pure più del calcio! Come mai non ci si lamenta del fatto che si tiene in Qatar un torneo di tennis Atp e Wta?

Eh niente, il calcio deve pagare per tutti.

Ma senza soffermarci sullo sport. Ogni giorno in Qatar si fermano decine di navi da crociera, anche italiane, ma non ci pare di vedere sit-in di protesta contro queste compagnie.

Ma insopportabile è anche l’ipcrisia italica sui diritti umani. Il punto è che siccome in Italia si è sempre fatto in un determinato modo non ci si rende nemmeno conto della violazione dei diritti umani.

Per esempio mettiamo il matrimonio che è notizia recente. Un partito politico di governo ha appena presentato la proposta di dare un incentivo economico alquanto sostanzioso alle coppie che si sposano in chiesa!

Rimanendo in argomento matrimonio è inconcepibile in un paese civile che il matrimonio religioso abbia effetti civili eppure in Italia è così, ma non per tutte le religioni. Addirittura il matrimonio concordatario può essere annullato da tribunali di un altro stato come la Rota Romana. Al massimo la Corte d’Appello, se chiamata in causa, non emana sentenza o decreto ma bensì una delibazione. Cosa questa consentita solo al matrimonio concordatario e non alle altre confessioni.

Rimanendo in tema religioso, a scuola si insegna la religione, che in realtà sarebbe cosa utile se non fosse che viene insegnata la religione cattolica e chi si esente non partecipa ad alcuna lezione alternativa. Gli insegnanti di religione, ancora una volta, sono decisi da un altro stato e sempre un altro stato decide quali sono le Università che possono formare gli insegnanti di religione.

Al lettore attento l’individuazione di questo altro stato.

Vogliamo parlare della situazione delle carceri? Che per avere un giudizio ci vuole un decennio? Che in certi casi, per non dire tutti, c’è chi sconta la sua pena addirittura prima del giudizio finale a causa delle limitazioni di libertà.

Tortura ne vogliamo parlare? Quanti sono i detenuti che muoiono suicidi o che in estate devono soffrire la sete e condizioni igieniche al limite della sopportabilità umana.

Nel nostro paese davvero le donne possono girare da sole di sera senza essere aggredite? Ci crediamo davvero? I gay o le lesbiche possono baciarsi in pubblico? Davvero!?

Ma la ciliegina sono i morti sul lavoro o dello sfruttamento in generale. In Italia gli immigrati infatti non vengono certo sfruttati nei campi di pomodori et similia e pagati con un tozzo di pane, letteralmente, e se magari qualcuno ci rimane secco per lo sforzo viene “buttato” via come spazzatura.
In Italia non si muore certo sul lavoro, nooooooooo! Non fa neanche notizia. Muore ogni anno tra le 500 e le 1000 persone ci sono qualcosa come 350.000 domane per infortunio sul lavoro, ma dai andiamo a vedere il Qatar! Anzi il nuovo governo a impronta fascista ha pure sostenuto candidamente che il “capitale” non va disturbato.

Sia chiaro, questo non significa che ragioniamo alla Infantino e quindi siccome in Italia e in Europa in generale si è fatto in un determinato modo per secoli adesso c’è una sorta di liberi tutti. Proprio no! Quello che noi vogliamo sottolineare e che si critichi il Qatar sui diritti umani, come è giusto che sia, ma lo si faccia senza ipocrisia riconoscendo i limiti del proprio continente e del proprio Paese e si smetta di mettere il calcio in mezzo a pagare dazio per tutti!

Noi guarderemo i mondiali perché il calcio ci piace e lo abbiamo visto quando i mondiali si sono tenuti in paesi imbarazzanti dal punto di vista dei diritti come Russia, Brasile, Sudafrica, Usa, Messico e lo guarderemo pure questa volta e se Dio vorrà pure negli anni a venire.