Chi ha visto la prima semifinale dell’Eurovision sarà rimasto sorpreso dal fatto come in un paio d’ore si svolto uno show con 16 canzoni, tre canzoni di ospiti, più un momento ricordo di vecchie edizioni, più qualche inframmezzo, oltre poi al momento dell’annuncio dei finalisti, quattro presentatori che non si sono rubati la scena ma hanno accompagnato il pubblico nei vari momenti. In pratica la differenza con Sanremo il festival che mai finisce, è sul fatto che non si è perso tempo con le scemenze tipo lunghe ed inutili interviste a marciatori dopati e giocatori di calcio, o attori o lunghi odiosi monologhi confezionati su come la gente deve pensare.

All’Eurovision è la musica al centro nel vero senso del termine. Ritmi incalzanti, performance sopra le righe certo, ma l’idea è proprio quella di non assistere a uno show televisivo ma ad un vero e proprio concerto.

Sedici le canzoni che si sono “sfidate” sul palco dell‘Ahoy Arena di Rotterdam oltre alla presentazione dei tre brani che di diritto parteciperanno alla finale e cioè Zitti e Buoni dei Maneskin, I Don’t Feel Hate di Jendik dalla Germania e Birth of a New Age di Jeangu Macrooy dall’Olanda.

I dieci finalisti nell’ordine di come sono stati annunciati: TIX con Fallen Angel dalla Norvegia, continua la sorpresa di questo talentuoso ragazzo affetto dalla sindrome di Tourette, che già aveva sorpreso vincendo il festival norvegese contro i pronostici.

A nostro avviso una sorpresa il passaggio in finale di Eden Alene con Set Me Free per Israele anche per via della situazione internazionale del suo Paese, invece ha prevalso la canzone e le sue doti canore notevoli.

Non una sorpresa invece Manizha con Russian Woman, dalla Russia, forse qualcuno nella sua patria starà storcendo il naso visto che la canzone è stata accusata di minare la famiglia tradizionale e la stessa cantante additata come non “troppo russa” visti i natali in Tagikistan. A noi è piaciuta molto sia dal punto di vista dell’esibizione che della coreografia.

Altra sorpresa Efendi con Mata Hari dall’Azerbaijan sembrava dovesse restare fuori dai giochi invece è riuscita a passare offrendo una energica esibizione.

Nell’ordine delle cose la finale per la giovanissima Destiny di Malta con Je Me Casse anzi è certamente una canzone che può puntare al titolo finale.

Così come scontato il passaggio della Lituania con i The Roop e la loro Discoteque.

Ha fatto storcere il naso il passaggio in finale, sebbene mai stato in discussione, di Cipro con El Diablo cantata da Elena Tsagrinou sia per la somiglianza della canzone a Bad Romance di Lady Gaga e sia per la somiglianza voluta della Tsagrinou proprio con Lady Gaga.

Passa anche il giovane, appena diciotenne, Tusse dalla Svezia che solo nel 2013 ha ottenuto la cittadinanza, in quanto nato e vissuto in Congo fino all’età di 5 anni e poi ne ha passati 3 in un campo profughi, in ultimo ha dovuto subire anche un piccolo intervento alla gola. Insomma, ci fa piacere e la canzone merita.

Le nostre canzoni preferite sono passate entrambe sebbene ci hanno fatto tremare visto che sono state annunciate per nona e decima, ricordiamo che non c’è classifica, ma questa verrà rivelata alla fine della finale, stiamo parlando di Wrong Place degli Hooverphonic del Belgio una bellissima canzone dark pop con una esibizione essenziale senza tanti fronzoli, e poi Shum dei Go_A dall’Ucraina canzone elettro-folk che giorno dopo giorno sta convincendo sempre di più e si posiziona tra gli outsider per la vittoria finale.

Delusione per l’Australia con Technicolour di Montaigne, per la prima volta l’Australia non parteciperà alla finale e nonostante delle doti vocali enormi, una canzone pure difficile tecnicamente, ma proprio il testo è sembrato debole e il live on tape non ha aiutato, ricordiamo che la delegazione australiana non è potuta andare a Rotterdam per via delle restrizioni anti-covid.

Ma la vera sorpresa è stata l’esclusione della Crozia con Tik Tok di Albina, sembrava non vi fossero problemi per il passaggio del turno, ci sembrava questa impressione confermata dal passaggio di Israele visto che le canzoni sono simili non solo nel genere dance, ma pure dal punto di vista della struttura, sebbene Eden Alene vocalmente avesse un qualcosa in più.

Vi facciamo vedere la finale nella sua interezza, e inoltre mettiamo due video della esibizione dal vivo di Israele e Croazia così potete ascoltare e vedere le similitudini. Riguardo l’Eurovision appuntamento a domani con la presentazione della seconda semifinale.