Chiuse le elezioni in Emilia-Romagna e Calabria che hanno decretato un 1-1 tra centro-destra e centro-sinistra. Anche se quell’uno della regione del nord pesa di più vuoi per la propaganda becera di Salvini e vuoi per aver creato un referendum pro-contro governo. Inoltre sia al nord che al sud scompare quasi il movimento 5 stelle e si sapeva visto che Di Maio -il capo politico- abbandona la nave prima che affondi. Dato terribile soprattutto al sud visto che alle politiche proprio al sud aveva ottenuto un plebiscito.

Chiaro che se questo dato dovesse confermarsi anche per le prossime regioni siamo al ritorno del bipolarismo, con a sinistra il Partito Democratico è il partito trainante e a destra lo diviene la Lega.

Però ci sta anche un altro dato importante. La clamorosa sconfitta di Salvini proprio in quella Emilia -Romagna dove ha speso tantissimo in termini di immagine, tanto da oscurare decisamente il candidato di riferimento, con passi falsi assurdi come il caso del citofono. Inoltre è riuscito a far scendere con orgoglio anche un popolo intero, detto delle sardine, che non ha spostato voti, attenzione, ma li ha saldati, chi ha votato per Bonaccini magari era in dubbio prima del voto, non su chi votare, ma se valeva la pena andarci a votare.

Chi vince e chi perde.

Tra gli sconfitti abbiamo già parlato di M5s e Salvini. Aggiungiamo pure Berlusconi che sebbene regga al sud con un risultato oltre la media nazionale, va malissimo in Emilia-Romagna con un risultato intorno al 2,5%!

Vince il Pd, tenendo conto di ben due scissioni, in Emilia-Romagna tiene intorno al 34% e in Calabria è primo partito con un 15%. Vince anche Fdi sia la nord che al sud sfiorando la doppia cifra nel primo caso, e superandola  nel secondo.

Il problema è la tenuta del governo Conte, infatti sicuramente sono scongiurate le elezioni in primavera, ma il punto che una gamba importante come il M5s in realtà è divenuta”forza di palazzo” che non trova più consenso nel paese a differenza del Pd che invece tiene botta, Italia Viva e Leu non pervenuti. Quindi l’asse adesso si sposta verso il Pd e bisognerà capire cosa farà Zingaretti con i prossimi provvedimenti, se faranno valere questo peso elettorale o cercheranno di far ancora da babysitter al M5s. E soprattutto i cinque stelle vorranno smettere di essere forza di governo e ritornare alla feroce opposizione?

Una cosa certa l’alleanza organica tra Pd e M5s non può più avvenire, non si può essere alleati di una forza che non esiste.