Pare che a Cervino lo facciano apposta. E’ da un po’ di tempo che l’amministrazione comunale cervinese passa da gaffe a gaffe con estrema nonchalance. Sta diventando complesso elencare tutte queste “disattenzioni”, ma ci proviamo. Cominciamo con il caso del litorale di Cervino scritto in una delibera importante che serviva al riconoscimento dei danni per l’alluvione e se in un primo momento ha fatto sorridere adesso sta facendo piangere, cervino è stata esclusa dai comuni per il riconoscimento dello stato di emergenza, le opposizioni paventano proprio questo errore come motivo di esclusione.

Ancora, abbiamo già parlato del caso dei cartelli di Arrivederci/Benvenuti posti sul territorio del comune di Maddaloni che non solo riguardano Cervino (“capoluogo”come dicono in paese), ma pure Messercola che è una frazione. Oltre ai sorrisi vi è stato pure qualche malumore, ma tant’è i cartelli ci sono ancora.

L’ultima invece riguarda la bandiera dello stato italiano che come si sa è di tre colori che hanno un preciso ordine: verde, bianco e rosso dal 1797, anche se alcuni recenti studi sembrano retrodatare tale data al 1794. Questi colori hanno un significato, forse qualcuno si ricorderà avendolo studiato a scuola, una volta si faceva, il discorso del Carducci sui colori della bandiera, simboli il verde della primavera delle valli, il bianco della neve delle montagne, il rosso delle fiamme dei vulcani, ma anche del verde della speranza della gioventù, del bianco quale fede serena delle idee che fanno l’anima divina, il rosso ovvero la passione e il sangue dei martiri patrioti e degli eroi.

Ecco a Cervino invece no. Per quanto riguarda i manifesti celebrativi di 12249899_1529062990748482_7557322594840933516_ncongratulazioni al sindaco divenuto consigliere provinciale per surroga, campeggia un’altra bandiera con i colori: rosso, bianco e verde, che ricorda quella ungherese.

12341324_1529837800671001_7880857384461544538_nIn questi giorni è possibile ammirare la bandiera ungherese che splende proprio sul municipio, infatti hanno  posizionato le luminarie nel senso sbagliato.

Per manifesti ormai la frittata è fatta, ma almeno per le luci si potrebbe ancora fare qualcosa. Anche per rispettare la costituzione i nostri padri costituenti alla bandiera dedicarono un articolo il 12.

Poi se vogliamo proprio mettere la ciliegina sulla torta allora si utilizzino non colori qualunque ma quelli stabiliti dalla presidenza del consiglio del 2006 utilizzando questi codici pantone: fern green o verde felce, bright white o bianco acceso e scarlet red o rosso scarlatto. La bandiera posta all’esterno deve avere una dimensione di 3×2 mentre se all’interno di un metro e mezzo per uno, va sempre esposta di giorno, mentre se si espone di notte va illuminata.

Lo diciamo giusto per ricordare che i simboli di una nazione sono importanti.

Chiudiamo con questi bei versi:

« Su i limiti schiusi, su i troni distrutti
piantiamo i comuni tre nostri color!
Il verde la speme tant’anni pasciuta,
il rosso la gioia d’averla compiuta,
il bianco la fede fraterna d’amor. »
Giovanni Berchet, All’armi all’armi!, 1831