Haruki Murakami se lo conosci non lo eviti. Questo mese Anna Verlezza non ci presenta una critica a questo autore, ma una dichiarazione d’amore di una scrittrice che quasi per caso (ma non avviene sempre così?) scopre questo genio riconosciuto tale a livello mondiale.

Il suggerimento è quindi dopo aver letto il pezzo della Verlezza ricercare uno dei tanti titoli suggeriti.
Quale il migliore con cui cominciare?
TUTTI.
L’articolo:
Tutto è iniziato con un semplice :
” Dovresti leggere Kafka sulla spiaggia di Murakami” in una primaverile domenica di chiacchiere tra sorelle.
Sarà stata l’innata passione per la filosofia o solo il senso di accoglienza ai consigli letterari, ma il libro sarebbe diventato mio.
Letto e sedimentato, avrei poi fatto i conti con questa nuova scrittura così lontana dalle nostre abitudini ed attitudini occidentali eppure tanto vicina da assorbirmi e rimandarmi in regalo nuovi pensieri.
Dopo “ Kafka sulla spiaggia” sono arrivati, nella mia casa e nella mente, tutte le altre sue opere
( L’uccello che girava le viti del mondo, After dark, Dance dance dance, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Norvegian wood , 19Q4, Nel segno della pecora, Tokyo blues solo per citarne alcuni) come fratelli di una creatura opera prima che portavano in dote le stesse caratteristiche del primogenito ai miei occhi e non certo nella produzione del nostro autore.
Haruki Murakami , 12 gennaio 1949, ha appena compiuto settantuno anni e la sua immaginifica mente non conosce tempo che avanza e che, come il buon vino, ne acquista in gusto e profumi.
Il suo stile, di una semplicità disarmante, conduce il lettore in diversi mondi culturali e metafisici con una naturalezza paragonabile solo al respiro dell’uomo.
Storie di vita e avventura integrate alla soprannaturalità di energia e memoria d’altri luoghi dell’anima descritti senza soluzione di continuità.
Così la morte non è più paura per la fine di un tutto terreno, ma solo racconto di spazi e vite presenti altrove, in grado di un ritorno per insegnare, proteggere, aprire visioni e cuore.
Murakami è capace di raccontare , con naturalezza, un pensiero tipicamente orientale, a chi orientale non è, senza la pesantezza del disagio di ignoranza.
Traduttore in giapponese delle opere di Carver, dichiarerà che mai incontro fu più felice per la sua professione e crescita di scrittore.
Potrei scrivere ancora tante e tante righe fino a confonderle, ma mi limiterò a ricordare , con un certo orgoglio non meritato, che Tokyo blues e Norvegian wood furono scritti proprio durante il suo soggiorno italiano (Sicilia e Roma)e infine augurare un :
“ Buon compleanno, Maestro e chissà, magari sarà tra i prossimi vincitori del Premio Nobel”
Anna Verlezza