Ci è arrivata notizia delle dimissioni, poi del ritiro delle stesse, di Vincenzo D’Anna da presidente dell’ordine dei biologi, le motivazioni sembravano essere connesse a delle “improvvide” dichiarazioni riguardante il Coronavirus e soprattutto sul fatto che vi fosse un “ceppo” italiano slegato da quello cinese, almeno l’abbiamo capita cosi’.

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E’ partito subito dopo la notizia delle dimissioni, non l’onore delle armi, ma attacchi  e numerosi, in particolar modo da Roberto Saviano:

Vincenzo D’Anna si è dimesso da Presidente dell’ordine dei biologi. Aveva diffuso menzogne sul coronavirus. Fedelissimo di Nicola Cosentino, rappresenta il peggio della politica meridionale. Da lui infinite fake, come quella del mio attico a Manhattan, ripreso da Salvini“. Lo scrive su Twitter lo scrittore Roberto Saviano, che aggiunge: “La domanda da porsi è: in che condizione si trova l’ordine dei biologi che ha avuto per anni un presidente come D’Anna?”

Ma cosa ha detto l’ex senatore di Santa Maria a Vico sul coronavirus, e quali sono le cose che gli vengono contestate tra quelle dette?

Abbiamo accennato la questione del “ceppo italiano” precisamente D’Anna dice in un post della sua pagina Fb: L’equipe del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano ha isolato un nuovo ceppo del Covid-19 detto “italiano”. Ebbene, sembra che tale virus sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del Nord!!

Quello che gli viene contestato è che è pur vero che è stato isolato da quattro pazienti diversi il virus che ha subito una mutazione, ma trattasi sempre dello stesso proveniente dalla Cina. Inoltre il passaggio della malattia dai pipistrelli è una ipotesi e non una certezza.

D’anna continua:

La stessa OMS ridimensiona il tiro e declassa il virus a poco più che un’influenza, batte in ritirata anche Burioni che si scusa. In altri stati europei il virus non lo si trovava perché semplicemente, si riteneva inutile cercarlo. Ma non è’ finita: si aggiunge la specificità territoriale del Coronavirus italiano che rende ancora più specifica la beffa nordista. Ci troviamo innanzi ad una delle più grandi cantonate che la politica italiana ha preso, nel solco di quella approssimazione che la caratterizza tutti i giorni. Ne escono male le istituzioni sanitarie statali troppi asservite al conformismo, il silenzio di migliaia di scienziati, ricercatori ed accademici.

I contestatori in realtà sostengono che la Oms non ha fatto alcun tipo di declassamento le dichiarazioni ufficiali -a loro dire- sono invece di profonda preoccupazione.

Anche su Burioni, e qui ci sentiamo di ascriverci tra i contestatori, non ci pare che abbia fatto alcun passo indietro, ma continui ancora adesso come dall’inizio a sostenere la pericolosità dell’influenza invitando tutti a stare in casa e seguire le restrizioni governative.

Su questi attacchi lo stesso D’Anna ha dichiarato, almeno così leggiamo dai giornali, che ha posto delle ipotesi che attendono conferma.

Noi non siamo in grado, nonostante la nostra infinita arroganza, di stabilire se D’Anna ha detto delle emerite scemenze o se invece ha visto lungo, ma di certo è buona cosa aver ritirato le dimissioni. Potrà essere anche il peggior Presidente dei Biologi, come sostiene Saviano, ma in questo momento di emergenza sarebbe meglio non creare alcun tipo di confusione o sbando.

Questa la dichiarazione di Vincenzo D’Anna nel giustificare il ritiro delle sue dimissioni:

In esito ad un approfondimento sull’art. 39 della legge 396/1967, cioé la norma che disciplina le modalità di nomina delle varie cariche in seno al Consiglio dell’Ordine mi è stato fatto rilevare che la legge non prevede alcun meccanismo di sostituzione del Presidente se non per assenza o impedimento, il che fa anche dubitare della stessa ammissibilità delle dimissioni da tale carica slegate dalla contestuale rinuncia anche a quella di consigliere.
Le conseguenze legate alla immediata decorrenza delle mie dimissioni sono, dunque, assai incerte dal punto di vista giuridico e rischiano di compromettere la funzionalità dell’ente. E’ quest’ultima una condizione non compatibile con gli interessi della categoria in un momento di assoluta straordinarietà come quello che attualmente investe la nazione. Preso atto, con soddisfazione, delle diffuse e molteplici manifestazioni di solidarietà, in forma sia di singoli messaggi che di petizioni plurime, delle sollecitazioni a desistere dai mie propositi da parte del Consiglio nazionale di Onb, dell’Ente di previdenza dei biologi, dei commissari Straordinari delle Regioni Sicilia, Campania e Molise, Calabria, Lazio e Abruzzo, Toscana ed Umbria, Piemonte Liguria e Val d’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna e Marche, delle associazioni rappresentative della categoria, al fine di non provocare disorientamento nella comunità dei biologi, comunico di ritirare formalmente le mie dimissioni così come presentate in data 14 marzo 2020, confermando in toto quanto reso noto nella lettera inviata in pari data al componenti del Consiglio dell’Ordine dei biologi”.