
Siccome è un po’ moscetta, almeno da un punto di vista politico, parliamo un po’ di massimi sistemi.
Parliamo di vivibilità.
Per vivibilità noi intendiamo tutti quei servizi e accorgimenti che rendono un comune piacevole da vivere.
Ecco abbiamo già toccato un punto dolente: servizi.
Tutti gli amministratori si vantano, a ragione o a torto qui non interessa, che ogni anno riescono ad abbassare le tasse. Meraviglioso! Ma a fronte di quali servizi? Se un comune non offre nulla, non ci pare che vi sia nulla di eccezionale, in tutta onestà chiunque sarebbe capace a fare l’amministratore così.
Facciamo degli esempi per chiarire meglio il concetto sopraesposto e che cosa può significare attuare una politica tesa alla vivibilità.
Partiamo dagli anziani: i comuni suessolani sono convinti che spedirne un cento circa in vacanza per una settimana stanno apposto, hanno risolto. Magari avrebbe senso se questo lo si fa quando il sole picchia duro, nei mesi luglio-agosto ad esempio, ma in genere per risparmiare si fanno ste scampagnate a settembre, così giusto per dire “hey noi pensiamo ai nostri anziani”.
Non parliamo di banca del tempo o social housing, che sono cose difficili, ma pensiamo alla mobilità, una navetta. Quanto costa un pulmino che in un giorno la settimana, quando ad esempio c’è il mercato, porti gli anziani che vivono nelle frazioni a raggiungere il mercato e tornare, no davvero quanto può costare?
Curioso che poi ste navette escono per magia in campagna elettorale, poi chissà perché dopo le elezioni non si vedono mai.
Pensiamo ai giovani adesso. Anche qui i comuni so contenti se organizzano un po’ di svago, poi stanno apposto. Perché per le amministrazioni comunali giovane è sinonimo di criaturo. I giuochi sono una cosa assolutamente utile e necessaria, ma istituire uno sportello del lavoro pare na cosa brutta? Cioè uno sportello che faccia da mediazione tra le proposte di lavoro, pensiamo ai concorsi ad esempio, e i giovani che magari possono essere edotti e aiutati a inoltrare una domanda. Oppure istituire una borsa di studio per chi magari intende scrivere una tesi di laurea sul territorio per esempio, oppure sempre una borsa di studio -pensiamo a 1.000€- per chi intraprende un percorso universitario. Dai 1.000€, una volta all’anno che sono per un ente comunale? Quante famiglie si potrebbero aiutare!
Ecco le famiglie. Che sono dal nostro punto di vista tartassate proprio dalle tasse comunali. Infatti più sono numerose e più pagano, non è previsto nessun tipo di sgravio. Vai a scuola hai due figli alle elementari, ticket mensa lo paghi due volte punto e basta, e non ci si lamenti è il più basso della provincia di caserta e forse del mondo. Asili nido? Zero.
E’ davvero complesso considerare la famiglia fino a 4 persone e tutte quelle al di sopra di questo numero venissero associate a un parametro diverso? Facciamo un esempio la tua famiglia è di 5 persone, facciamo conto che per questa famiglia le tasse si paghino quanto una famiglia di 3 o 4. Boh, è complesso?
Questi sono solo banali esempi, potremmo star qui a parlare di artigianato, di imprese, turismo, ambiente, manutenzione. Ci pare che i comuni nostrani non è che non abbiano soldi, che effettivamente forse è pure vero, ma manchino completamente di innovazione, inventiva.
Ci vuole pochissimo per rendere i nostri comuni, che sono per il momento molto meglio della maggioranza dei comuni casertani, ma se non si attua una vera politica degna di questo nome, cioè cura della cosa pubblica, rischia la valle di suessola di fare una brutta fine.
Chimericamente , ipotizzando ,in una comunita ‘ a livello intellettuale quale attualmente evidente…i concetti di livellare i valori etnici con quelli intellettuali e civicamente accettabili…potrebbero essere presi in considerazione da alcuni cervelli messi insieme , raccolti da evidenza di meriti intellettuali e civici……….ma !? DOVE ???? Ognuno guarda ai propri interessi….nessun senso comunitario !!!
Grazie per il commento.
Il punto che lei solleva alquanto interessante viene svilito da lei stesso con l’incipit “chimericamente”, evidentemente lei stesso è conscio che sia una cosa difficile a realizzarsi. Sono d’accordo in pieno.
Lei ritiene che nessuno guarda al “senso comunitario”. Sono meno d’accordo.
Se prendiamo per così dire gli uomini di cultura presenti nel nostro territorio, notiamo che sono davvero tanti ognuno impegnato alla valorizzazione del proprio campo: storico, artistico, letterario, musicale. Anche questo è senso comunitario. Il guaio è che non si fa rete. Addirittura si guarda solo al passato nella riscoperta delle radici, cosa assolutamente importante, ma ci si ferma lì non si ha alcun afflato sul presente o sul prossimo futuro. Nessuna idea, nessun contributo sulla città di oggi o del domani, su quello che ci vuole e come ottenerlo.
Lei certamente mi saprà dire quanti libri di storia locale esistono, davvero si può riempire una biblioteca, ma sono certo che farà difficoltà a indicarmi un solo libro di scienza politica locale.