La settimana scorsa sono successe giusto un po’ di cose riguardo la politica nazionale e internazionale.

Il caso più eclatante è stato certo l’assalto a Capitol Hill negli Usa dai sostenitori più estremisti di Donald Trump, ex presidente che sta chiudendo la sua esperienza tra il ridicolo e il patetico. Questi sobillati proprio da Trump hanno fatto irruzione come detto al Congresso, si è parlato di insurrezione, rivolta, guerra civile, fine della democrazia americana. In realtà non è successo nulla di tutto questo.

La democrazia americana ha retto: nessun governatore, nessun generale, nessun sindaco, nessun parlamentare ha appoggiato quella manifestazione, né prima, né durante, né dopo. Tanto che poi dalle immagini è venuto fuori l’identikit tipo dell’assaltatore e cioè un sovranista con problemi di vestiario oltre che di comprendonio, poco più di vandali. Trump stesso ne ha preso le distanze, cercando di cavalcare e allo stesso tempo sedare la protesta. Semmai c’è stato un problema di sicurezza in un momento delicato e si poteva prevedere un qualcosa del genere.

A quel punto Trump è stato in pratica cancellato da tutti i profili social e si è aperta una discussione sul fatto se sia giusto o meno. Ci pare assurdo che ci sia stata una discussione in merito. Il profilo social non è un obbligo e i social stanno in mano a privati che decidono chi ci sta dentro e chi no e quali contenuti possono essere pubblicati e quali no.

Questo oltreoceano. In Italia invece abbiamo avuto, ma è ancora in corso d’opera il bluff di Matteo Renzi sulla crisi di governo.

Per la fine della scorsa settimana si doveva avere il redde rationem con il ritiro dei ministri di Italia Viva e contestualmente il ritiro della fiducia. Per come si stanno mettendo le cose, al massimo si avrà un rimpasto con un Conte ter e un allargamento della compagine di governo ad Italia Viva a uno tra Boschi e Rosato a scapito di qualche 5 stelle o con creazione di ministero ad hoc magari spacchettandone uno.

Quindi tutto sto casino era per una sorta di visibilità. Renzi ne ha bisogno, tutto sta andando contro i suoi piani da subito, ha bisogno di ministri incisivi per risultare appetibile all’elettorato. Il guaio per Renzi è che storicamente in Italia i partiti che sono stati di governo e di opposizione al tempo stesso sono poi scomparsi dalla scena.