Allora mettiamo un po’ da parte il plurale maiestatis che utilizziamo ad mentulam in questo blog, lo abbiamo spiegato tante il volte il perché, e passo alla prima persona.
Mi rivolgo per ovvie ragioni, che saranno più chiare nel prosieguo di questo articolo, al sindaco, ma anche al prossimo assessore o delegato alla cultura, che sarà designato dal popolo alla prossima consultazione elettorale in autunno, come sembra.

Caro/a Sindaco/a,
le scrivo questa lettera in quanto sento l’esigenza forte di farle una richiesta compatibilmente con lo “stato di salute” delle casse comunali.
Il Comune di Santa Maria a Vico, secondo il mio modesto avviso, ha fatto davvero tanto per il settore della cultura. Ha addirittura istituito una “Settimana della Cultura” che non esaurisce il discorso in quel periodo, ma lo esalta. Sempre a mio avviso in questo solco di fame di conoscenza va elogiata la realizzazione del murales sui personaggi più rappresentativi del comune proseguendo quell’interesse storico e di conoscenza delle tradizioni che sono quei piccoli gioielli quali le statue del calzolaio e della ricamatrice cosi’ come, l’ultima arrivata, dell’emigrante. Tutte queste opere che rappresentano il passato del comune e dei suoi abitanti. Fondamentale la tutela del passato per la comprensione del presente.
In questo periodo, oggi cosi’ difficile per tutto il mondo a causa di questa pandemia del COVID 19, che ha anche toccata la nostra comunità, come tutte, credo sia necessario non perdere memoria di ciò che stiamo vivendo e rendere omaggio a quelli che sono gli eroi civili di questo momento: i medici, gli infermieri insomma tutti gli operatori sanitari. In Francia, dove vivo, pure si è creata una sorta di flash mob del balcone, ma leggermente diversa che in Italia, alle ore 20:00 scatta un applauso da tutte le finestre e balconi per i medici e lo straordinario lavoro che stanno facendo.
Ecco, io credo che realizzare una statua, murales, targa o qualsiasi cosa, sia appunto un virtuale applauso che la nostra comunità rivolge a queste persone che svolgono certo il loro lavoro, ma non per questo meno pericoloso e carico di conseguenze. Immagino alla difficoltà di costoro nel vedere morire gente a centinaia ogni giorno o con la paura di tornare a casa e accarezzare i figli o dare un bacio alla propria moglie/marito con la paura di avere il virus addosso.
La comunità di Santa Maria a Vico non è certamente insensibile a questi sacrifici, ci sono medici, proprio di questa generosa comunità, che sono partiti per la regione Lombardia che sta pagando un prezzo altissimo in termini di vite, ma penso anche a chi è rimasto qui e a chi nato e cresciuto e formatosi in questa terra ha dovuto svolgere le propria attività di medico in altre parti d’Italia.
Omaggio dunque, certo, ma anche memoria. Non sono pochi purtroppo coloro che addirittura negano ciò che stiamo vivendo e non sarà certamente una targa o statua a cambiare le loro seghe mentali, lo vedo con le fake sul Risorgimento e le sue gloriose pagine infangate da gente tuttologa, ma è un segno, come detto un rappresentare il passato per conoscere il presente e magari salvaguardare il futuro.