Lo ammettiamo siamo perplessi. Abbiamo letto che a Santa Maria a Vico è nato un asilo nido. Poi però leggendo bene si parla di centri per l’infanzia. Non sono la stessa cosa. Ci spiace che la stessa Veronica Biondo assessore proprio del ramo in questione caschi in un errore che non dovrebbe fare quando dice a mezzo comunicato: “Non tutti possono permettersi un asilo nido privato e non tutti hanno la fortuna di avere nonni disponibili, pertanto, è fondamentale una politica sociale che sostenga le famiglie.” Si tutto giusto solo c’è un piccolo problema, non state creando un asilo nido, termine vecchio in realtà dovrebbe dirsi nido d’infanzia, ma state creando un servizio per l’infanzia.
Ma quale sarebbe la differenza?
E’ molto semplice, ovviamente ci limitiamo alle differenze più evidenti, ma ve ne sono tante. Un nido d’infanzia è un servizio educativo e sociale che accoglie i bambini da 3 mesi a 3 anni integrando l’opera della famiglia, in modo da favorire un equilibrato sviluppo psico-fisico, aiutando il piccolo a superare le difficoltà proprie dell’età e ad acquisire le abilità, le conoscenze nonché le dotazioni affettive e relazionali utili per costruire un’esperienza di vita ricca ed armonica. L’asilo nido rivolge, quindi, la propria attenzione sia al bambino che alla famiglia, proponendo ai genitori un’esperienza educativa in un contesto esterno a quello familiare, con il supporto di personale con specifica competenza professionale. Nello specifico un nido per l’infanzia può essere a tempo pieno o parziale è un servizio educativo e sociale d’interesse pubblico con servizio mensa, che può prevedere il momento del riposo, aperto a tutti i bimbi da 3 mesi a 3 anni.
I servizi per l’infanzia, come quello che si prevede a Santa Maria, sono integrativi dell’infanzia. Si accolgono bambini da 0-3 anni in modo non strettamente esclusivo, insieme ai loro genitori o ad un gruppo di adulti accompagnatori Le attività vengono stabilmente offerte in luoghi con sede definita, non necessariamente in uso esclusivo, ma sicuramente adibite ad essa, e che presentano la caratteristica della continuità nel tempo.
E’ nel rapporto tra la struttura e i genitori che si colgono le differenze maggiori: Il nido d’infanzia valorizza il ruolo delle famiglie come soggetti attivi, garantendo ad esse l’informazione sulla gestione del servizio e la più ampia partecipazione, quale strumento di condivisione delle scelte educative e di verifica delle attività, cosa che un servizio per l’infanzia come quello a Santa Maria non fa e non farà.
In tale ambito possono risultare utili:
• Colloqui individuali con il coordinatore del servizio e con le educatrici delle rispettive sezioni;
• Assemblee generali con tutti i genitori;
• Assemblee di sezione con le educatrici delle rispettive sezioni;
• Comitato di gestione formato da genitori e dal personale;
• Incontri tematici per i genitori con la partecipazione di personale esperto (psicologi, pedagogisti, pediatri, ecc.);
• Feste e gite;
• Attività di laboratorio con la partecipazione dei genitori.
Cosa che non potrà essere fatta a Santa Maria a Vico per i motivi suddetti.
Premettiamo che meglio questo che niente, ma siccome è comunque un buon risultato perché definire asilo nido quando non lo è.
Permetteteci ma troviamo anche curioso che si nomini il coordinatore dell’ambito C2 Mataluna, che appena qualche giorno fa, al focus group sul riutilizzo sociale dei beni confiscati a San Felice a Cancello, disse che i comuni della provincia di Caserta spendono pochissimo per il sociale e l’infanzia in particolare e disse proprio che non esistono e non sono previsti asili nido, che sono pari a 0!
Insomma è evidente che un servizio per l’infanzia è per un comune meno gravoso economicamente che un nido per l’infanzia, ma è pur vero che non è un servizio ottimo per i cittadini. Ci spiace ma quello che poteva essere un punto a favore dell’amministrazione comunale, lo ripetiamo meglio questo che niente, a causa di certe improvvide dichiarazioni è diventato un punto contro.

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