Abbiamo letto una dura reprimenda delle associazioni Terra Mia e Pegaso nei confronti del primo cittadino sanfeliciano.

In pratica l’accusa è quella di avere ritirato l’ordinanza che vietava le manifestazioni ed eventi sul territorio sanfeliciano. Inoltre, si dice che questo provvedimento è praticamente sconsiderato in quanto si è adottata l’ordinanza quando in Campania nn vi erano casi, mentre si ritira quando vi sono al momento una trentina di casi.

Il tutto condito da un linguaggio molto forte come in questi passaggi:

Per far sì che la “Speranza” possa diventare una realtà concreta, è necessario che anche chi amministra le comunità locali debba dimostrare di avere un minimo di raziocinio, di competenza, di idee di come si fanno le cose. Sembra, invece, che amministrare o tutelare la salute delle persone, in questo paese sia un optional, un giochino, dove:“a come mi gira così faccio”. Amministrare un paese di circa 18.000 abitanti è cosa seria. Non è il gioco dell’oca o quello di fare i dispetti a chi non si prostra al “Nulla”.

oppure:

Diciamo questo perché, alla luce della cruda e difficile realtà che c’è da affrontare, da questo momento in poi si smetta di pensare  che l’unica cosa che conta sono solo le vuote passerelle, i selfie o la pubblicazione di foto di operazioni dovute, fatte a San felice a Cancello perché imposte e pagate dalla Regione Campania su direttive di organismi sanitari e ministeriali. BASTA CON QUESTE VUOTE SCIOCCHEZZE.

o ancora:

Non sappiamo come definire questo atto. Superficialità, sciattaggine, incongruenza, negligenza o forse è stato più forte il richiamo alle passerelle rispetto al dovere del ruolo che il sindaco ricopre? Tutto questo nel momento di massima allerta e massima diffusione del virus. C’è da rimanere veramente sconcertati! Su quali basi scientifiche, in base a quali circolari, su quali pareri sanitari si revoca un’ordinanza di quel tipo?

 

E l’invettiva si allarga fino a coinvolgere assessori e consiglieri:

Ma desta ancora più sconcerto il silenzio complice e assordante di tutti i Consiglieri Comunali, nessuno escluso, e Assessori, rispetto ad un Atto di Alta Irresponsabilità. Possibile che nessuno si sia reso conto di quanto stava accadendo, o tutti in modo cosciente e irresponsabile hanno assecondato il Caligola di turno a nominare imperatore il proprio cavallo? Speriamo solo che Dio ci preservi. Il conto delle responsabilità si tirerà dopo. Amministrare non è un gioco, e non si gioca con la salute e la vita dei cittadini.

In verità noi troviamo tutto questo sconcertante in quanto bastava leggere la revoca dell’ordinanza per capire le motivazioni che hanno portato il sindaco Ferrara a prendere quella decisione.

Infatti il sindaco richiama il DCM del 01.marzo 2020 che disciplina in maniera unitaria gli interventi da adottare, nei fatti ora superato dal nuovo DCM del 04 marzo 2020.

Si è trattato di un banale caso di Ubi maior minor cessat: il sindaco è intervenuto il 25 febbraio, la presidenza del consiglio il 01 marzo e quindi il sindaco ha ritenuto di dovere adeguare le disposizioni sul territorio sanfeliciano privilegiando, come giusto che sia, le disposizioni governative.

Consigliamo in questo momento, a prescindere del proprio “credo” politico, di seguire senza polemiche le disposizioni delle istituzioni, poi arriverà la normalità ed in qual caso si tireranno le somme, ma solo allora, non adesso, altrimenti, si rischia di fare la fine di un Salvini qualunque e senza la scusa del mojito.

Piccola nota storica: Caligola era imperatore e volle far senatore (non imperatore) il suo cavallo Incitatus; anche se alcune fonti romane ritengono che volle nominarlo console.

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