RUBRICA ITALIA: ABBIAMO UNA POLITICA ESTERA, MA NON ABBIAMO UNA POLITICA INTERNA.
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 12 Aprile 2021
Era da parecchio tempo che non parlavamo di politica nazionale, anche per dare tempo al governo Draghi di avere una sua dimensione e poi provare a parlarne. Ebbene, ci sembra, un governo questo a due facce: ottimo in politica estera, pessimo in politica interna.
Il solo fatto che abbiamo una politica estera è già di per sé ottimo a prescindere.
Già nel suo discorso di insediamento, Draghi aveva dato una “botta” all’asservimento italico a Russia e Cina voluta dal governo Conte, dicendo che l’Italia si inseriva nel solco dell’Europa e della Nato.
Il fatto che come ministro degli esteri ci sia quel Di Maio, che tanti danni ha fatto, sembrava però un controsenso, ma non è così se lo si utilizza come uomo di paglia e si dirige la politica estera in prima persona. In queste ultime settimane, se vogliamo intense da un punto di vista di politica estera, non c’è una dichiarazione una del miracolato di Pomigliano. Ed è un bene.
Il cambio di passo con il precedente governo si è visto in Libia. Nessuna genuflessione imbarazzante, ma Draghi è andato lì a mettere una bandierina e dire al mondo “questa terra è roba nostra”, non si tratta chiaramente di neocolonialismo, ma di sfere di influenza e quindi ribadire che la Libia continua a far parte della sfera di influenza italiana. Facciamo una parentesi per chi magari è proprio a digiuno di politica estera, non che noi siamo degli esperti, ma un qualcosina la sappiamo pure noi. Dunque un paese come la Libia che è ricco di petrolio e gas che arriva direttamente in Italia grazie pure alle aziende nostre che ci lavorano lì direttamente, un paese quindi in guerra non ci aiuta, un paese che passa di mano a Francia o Turchia ci danneggerebbe notevolmente.
Il punto è che stava succedendo proprio questo, con l’Italia balbettante in Libia si è fatta avanti la Turchia e quindi in risposta la Francia, complice anche il ritiro da quell’area degli Usa a guida trumpiana. La Francia però non ha potuto intensificare la sua azione per i guai di Macron all’interno, il quale rischia di perdere le prossime elezioni e di passare alla storia come il primo presidente battuto da una fascista. La Turchia di Erdogan invece non ha di questi problemi e se li ha li risolve con metodi spicci come l’arresto di una decina di generali e ammiragli in pensione, ma oppositori del regime. E’ qui che entra il discorso di Draghi sulla dittatura turca, proprio per dire all’emiro turco che se insiste sulla Libia, noi ci si incazza.
Alcuni “puristi” hanno lamentato il fatto che Draghi abbia ringraziato il governo libico sui respingimenti in mare. Sì lo sappiamo che in Libia ci sono dei veri e proprio lager ecc., ma in politica estera i diritti umani, piaccia o non piaccia, ma le cose stanno così, sono un volano magari per giustificare un’azione o meno, ma non sono dirimenti. E’ brutto? Sì, ma funziona così. Draghi non poteva in quel momento creare la seppur minima incrinatura con il nascente governo, le ragioni sono ovvie.
Quindi se finalmente abbiamo una politica estera non può dirsi lo stesso per quanto riguarda la politica interna. Dispiace dirlo, ma dal pessimo governo Conte I-II all’attuale governo Draghi non pare sia cambiato molto. Abbiamo apprezzato il defenestramento dell’altrettanto pessimo commissario Arcuri e l’arrivo di Figliuolo, ma in termini di gestione della pandemia soprattutto riguardo chiusure e ristori sembra che il covid sia arrivato ieri, ma è ormai un anno che ci stiamo convivendo, Le categorie più colpite sono scese in piazza, d’accordo sul fatto che magari dei facinorosi abbiano provato a cavalcare l’onda creando scompiglio, ma è pur vero che il sistema non funziona, gli aiuti sono veicolati dalle Regioni, che come stiamo dicendo da anni, sono le metastasi di questo Paese.
Speriamo vivamente in un cambio di tendenza.