PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO SULLE QUOTE ROSA: NUOVE GRANE PER I SINDACI?
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 24 Febbraio 2015
Problemi per alcune amministrazioni locali e in particolar modo per la giunta di San Felice a Cancello. Il Consiglio di Stato con parere del 19 Gennaio 2015 n.93 ha deliberato in merito alla questione delle quote rosa chiarendo alcuni punti. La legge in questione è la 215 del 2012 e ha la funzione di assicurare condizioni di parità tra uomini e donne e garantire entrambi i sessi siano presenti in giunta. Il Consiglio di Stato ha stabilito che la legge debba applicarsi in caso di rinnovo della consiliatura oppure in caso di dimissioni o surroga.
Ora analizzando la situazione comune per comune si nota come a San Felice a Cancello la giunta è composta da una sola donna, Maria Lettieri. C’è il rischio quindi che a San Felice a Cancello, se qualcuno se ne accorge, dovrà nuovamente e per l’ennesima volta arrivare a un cambio in giunta.
Il problema si può porre anche per Santa Maria a Vico, infatti all’atto della surroga, se bene interpretiamo il parere del Consiglio di Stato, sarebbe dovuta entrare di diritto in giunta la consigliera (all’epoca) Veronica Biondo, in quanto unica donna, invece come si sa fu scelto Tancledo Balletta.
Quali le conseguenza del mancato rispetto della 215?
In riferimento alla questione della validità delle deliberazioni di Giunta e Consiglio non regolarmente costituiti, in violazione della 215/2012, occorre distinguere se l’atto deliberativo sia stato adottato in pendenza di ricorso giurisdizionale per irregolare composizione dell’organo e quindi siamo dinanzi ad un atto emanato da un organo regolarmente costituito e con pieni poteri sino al momento della sentenza che ne accerta l’illegittima composizione, dal caso, invece, in cui l’atto deliberativo adottato da organo irregolare non sia nemmeno stato impugnato. In questo secondo caso non esistono conseguenze sulla validità dell’atto fermo restando l’esercizio di autotutela della Amministrazione qualora ne ricorrano i presupposti.
Inoltre si deve procedere a modifica degli statuti altrimenti provvederà la Regione in base al potere sostitutivo e di annullamento nell’ambito del controllo e vigilanza che questa esercita sugli enti inferiori.
Probabilmente per Santa Maria a Vico non cambierà nulla, visto il perdurante sonno delle opposizioni tutto passerà come se nulla fosse accaduto. Per San Felice a Cancello, dove l’opposizione è più battagliera, può darsi che questo parere del Consiglio di Stato sia preso in considerazione, anzi ci aspettiamo un Giovanni Ferrara agguerrito in tal senso.
Per Arienzo e Cervino questo parere non dovrebbe portare alcuna problematica.