Interessante articolo che abbiamo letto ieri su Giornalenews.it riguardante il pronto soccorso di San Felice a Cancello. 

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Pubblichiamo il link per le leggere l’articolo e i suoi approfondimenti sul tema: https://www.giornalenews.it/ospedale-di-san-felice-dopo-i-proclami-che-fine-ha-fatto-il-pronto-soccorso/

Ce ne occupiamo giusto per ribadire la solita storia del rapporto tra le istituzioni cittadine e la regione Campania.

Lo abbiamo visto con la cava di Durazzano: incontri, promesse, atti contraddittori emanati dalla stessa regione. Risultato? Nulla. Un prendere tempo che con la situazione attuale dell’emergenza oramai è stato archiviato e penseremo male, ma siamo certi che quando saremo alla normalità, forse anche prima, si comincerà a trapanare le nostre montagne.

Stesso discorso per l’ospedale e il pronto soccorso: la regione fa delle azioni che praticamente portano alla chiusura e poi il solito cocktail dei i sindaci che si indignano, scrivono, ricevono promesse, esultano, per poi alla fine avere il niente in mano.

Sembra come il testo di quella famosa canzone, parafrasando: i comuni della Valle di Suessola che fanno? Si costernano, s’indignano, s’impegnano poi gettano la spugna con gran dignità.

Capiamo che è difficile in questo momento gestire tutto, ma sarebbe il caso, visto che i positivi sono prossimi allo zero in tutta la Valle, di cominciare a far sentire, ma seriamente, la propria voce nelle sedi istituzionali.

Ai cittadini possiamo solo dire di non andare a votare alle prossime elezioni regionali e se proprio non si riesce a seguire questa protesta civile, votare scheda bianca, bisogna che i voti validi siano meno del 40%, che dal punto di vista della regolarità delle elezioni non significa nulla, ma politicamente si lancia un segnale importante di disgusto e allontanamento da questi buchi neri chiamate regioni.