NAPOLI: SCONFITTA CON L’INTER NONOSTANTE UNA BUONA GARA
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 17 Dicembre 2020
MANCANO 120 ORE AL PUNGIGLIONE D’ORO
Partita molto attesa quella che si è giocata ieri a Milano tra Inter e Napoli, due squadre che si trovano in alta classifica e accreditate di giocarsela per lo scudetto fino in fondo.
L’Inter arriva a questo importante match dopo l’esclusione da tutte le coppe e dopo la difficile partita con il Torino, il Napoli invece, dopo l’altrettanto difficile partita partita con la Samp, era atteso ad una prova di maturità dopo le sconfitte brutte con Sassuolo e Milan.
La prova di maturità collettiva c’è stata, la partita è stata intensa giocata alla pari tatticamente e più passavano i minuti e più era evidente che un episodio avrebbe fatto la differenza. Purtroppo però questo è avvenuto ai danni del Napoli. Il primo brutto episodio è stato l’infortunio di Mertens, che sembra cosa abbastanza grave. Ma la squadra ha reagito bene e Petagna lo ha pur ben sostituito. Il fattaccio brutto è stata l’uscita a kamikaze inutile di Ospina che prende il piede di Darmian in area, il rigore è nettissimo. L’altro episodio è stato l’espulsione di Insigne, e niente è una pippa come diciamo da anni ormai e ieri è stata la dimostrazione. Mandare affanculo l’arbitro quando ti da un rigore contro ci sta, ma stare lì per tre minuti a fare un comizio insultando … No! Anche perché il rigore deve essere ancora battuto e c’è tutto il tempo per raddrizzare la partita, ma Insigne è così, l’eterno incompiuto, proprio l’azione prima poteva fare un gol clamoroso e bellissimo ma Handanovic gli ha chiuso la porta con un intervento prodigioso. Si prega i tifosotti del Napoli di non piangere come al solito, l’Inter non è la juve e non è che ogni volta si ha una o più decisioni contro è colpa del palazzo, della casa, del piemontese, del milanese o stronzate varie. Se hai una pippa aspettati che faccia cose da pippa.
Ma nonostante Insigne fuori per idiozia, il gol subito, l’assenza di Mertens, il Napoli continua a giocare e va più volte vicina al gol, ma ieri Handanovic era in stato di grazia. E se non è il numero 1 interista a spegnere l’esultanza ci pensa il palo, altro episodio ancora a sfavore.
Tutto qua, abbiamo perso, ma rispetto alle due sconfitte precedenti, abbiamo perso lottando e provando e questa è una mentalità giusta.
Pagelle.
Ospina 5,5: provoca il rigore con una uscita inutile, prima e dopo mai impegnato.
Di Lorenzo 6: gioca bene, si propone in attacco, arriva anche al tiro che sbatte sul muro di Handanovic.
Koulibaly 6: stavolta ha Lukaku da contenere e non è facile, davvero bello da vedere il loro scontro per tutta la partita.
Manolas 6,5: attento, sbroglia spesso e volentieri qualche svarione difensivo, copre spesso oltre la sua posizione pure quella di Di Lorenzo.
Rui 5,5: solita partita tutto cuore, fortunatamente non impazzisce sull’occasione del rigore ed espulsione.
Bakayoko 5,5: fa una partita diligente ma ci si aspettava un qualcosa di più.
Demme 6: buona gara, detta bene i tempi di gioco.
Lozano 6,5: il migliore per tutta la partita. Corre, lotta, per fermarlo bisogna abbatterlo, ieri ha incarnato lo spirito del ciuccio napoletano, così si deve giocare con la maglia azzurra!
(Ruiz) 6: entra a partita già compromessa ma quel poco che riesce a fare lo fa bene.
Zielinski 5,5: fa paura come cecchino e gli avversari lo temono, ci aspettavamo qualcosa in più però in fase propositiva.
(Politano) 6,5: entra quando siamo sotto e fa subito paura ad Handanovic si capisce che è quello più in forma di tutti e 22 gli uomini in campo, ma è troppo tardi.
Insigne 0: è una pippa. Sei il capitano comportati da tale, protesta il giusto poi stacce che il rigore era sacrosanto. Mette addosso la croce ai compagni.
Petagna 6: sostituisce Mertens degnamente, coglie il palo con un bel movimento in area che avrebbe meritato miglior fortuna.
Gli altri senza voto.
Nota statistica: prima sconfitta sul campo fuori casa, la precedente risale al 28 luglio sempre con l’Inter e in quel caso il risultato fu un 2-0 per i nerazzurri con le reti di D’Ambrosio e Martinez.