Nella nostra rubrica settimanale parliamo dei vitalizi degli ex parlamentari e di una cosuccia chiamata Stato di diritto.

Molti alla decisione della Commissione Contenziosa del Senato si sono strappate le vesti e parlato degli ex parlamentari come degli ex galeotti che si sono tenuti il malloppo ecc.

In realtà come detto esiste lo Stato di diritto, cioè se oggi non si può essere processati due volte per lo stesso reato, il principio di legalità, la divisione dei poteri, lo si deve a questo concetto sopra richiamato. Tra cui vi è anche l’intoccabilità dei diritti acquisiti. Certo si può essere d’accordo o meno sull’entità del vitalizio agli ex parlamentari fino al 2012 almeno in quanto non esiste più il vitalizio, ma appunto si tratta di un diritto acquisito e cioè un qualcosa che non può essere modificato a piacere da chi governa al momento.

Smettiamo per un secondo di pensare ai parlamentari e pensiamo alle pensioni, quelle normali. Se passasse la teoria che i diritti acquisiti possano essere modificati nel tempo ed essere pure retroattivi avremmo -ad esempio- in un dato momento una pensione mensile di 2000€ potrebbe essere considerata d’oro e quindi magari decurtata di un mettiamo 500€ mensili!

Questo è il vero problema, che non si è tenuto in considerazione. Si è voluto colpire una categoria -gli ex parlamentari- a torto o a ragione e si è invece messo in pericolo un diritto fondamentale di tutti i cittadini. Noi abbiamo fatto l’esempio delle pensioni ma potrebbe essere qualsiasi cosa anche senza un correlativo valore economico.

A ben vedere questa storia dei vitalizi ha lo stesso principio della riduzione dei parlamentari: si vuole colpire la casta ma gli effetti si ritorcono sui diritti dei cittadini. Infatti il taglio lineare dei parlamentati porterà alla riduzione di sovranità del popolo italiano, che poi con la legge elettorale attuale non potrà nemmeno scegliere i propri rappresentanti.