ITALIA CORONAVIRUS: L’ANALISI NEL PERIODO 22 MARZO-13 APRILE
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 14 Aprile 2020
L’ultima volta che abbiamo analizzato il dato italiano sull’avanzamento del Coronavirus è stato il 22 Marzo. Dopo tre settimane e nel pieno della quarantena possiamo vedere come stanno andando le cose.

La situazione attuale (22 marzo-13 aprile) vede: 35.300 circa casi totali alla settimana, media di 5.000 al giorno, 105.900 circa il totale.
Le guarigioni sono a 9.800 circa a settimana, 1.400 guariti al giorno che è un dato notevole, 29.350 circa in totale.
I morti sono circa 745 al giorno, circa 5.200 a settimana, 15.600 circa.
I positivi attuali sono 20.300 a settimana e cioè un 2.900 circa al giorno, 60.390 circa in totale.
Com’era la situazione il 21 marzo? (periodo considerato: 21 febbraio-21 marzo)
Casi totali: 53.578. A settimana 13.390 circa, 1913 al giorno circa.
Guarigioni: 6.072. A settimana 1518 circa, 217 al giorno circa.
Morti: 4.825. A settimana 1.206 circa, 172 al giorno circa.
Positivi attuali: 42.681. A settimana 10.670 circa, 1524 al giorno.
Dati in chiaroscuro ma secondo noi c’è un perché, se ci soffermiamo sui guariti e sul dato dei morti abbiamo la spiegazione, almeno dal nostro punto di vista.
Dunque, se nelle prime 4 settimane da quando il virus è comparso in Italia abbiamo 217 guarigioni al giorno, ora ne abbiamo ben 1.400 al giorno! Anche i morti sono aumentati da 172 al giorno ai 745 al giorno di queste ultime 3 settimane. Dunque, Perché? Secondo noi la risposta è: il Centro-Sud.
Infatti, possiamo costare come in Campania al giorno 21 marzo i guariti erano un 29, i guariti nel secondo periodo – cioè 22 marzo al 13 aprile- sono 331. Stesso discorso per i morti. La Basilicata al 21 marzo era a 0 sia per i morti che per i guariti a fronte di una 60ina di casi. Ora è a 31 guariti e 18 morti a fronte di un trecento casi.
Quindi se nel primo mese il fenomeno del virus era concentrato al nord, nelle ultime tre settimane si è spostato di molto al sud come pure al centro, era nelle previsioni degli esperti tra l’altro. Ecco perché quei dati sembrano più brutti rispetto al primo mese quando la quarantena era appena iniziata.
Siamo passati da un virus regionalista ad uno nazionale, vedremo poi fra un altro paio di settimane come procederà, ma ci aspettiamo numeri inferiori. Almeno lo auspichiamo.