ITALIA: ANALISI DEI SONDAGGI DAL 04.03.2018 AL 30.05.2020
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 1 Giugno 2020
Per la nostra rubrica del lunedì sulla politica nazionale riprendiamo un sondaggio pubblicato ieri di Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera, che presenta alcuni elementi importanti in particolar per Fratelli d’Italia tali da far bagnare dall’emozione l’elettorato di Giorgia Meloni. Giustamente.
I sondaggi però non vanno solo letti ma pure interpretati in quanto non cristallizzano, come erroneamente si pensa, il momento elettorale, ma prefigurano un trend di gradimento. Inoltre va pure considerato il margine di errore che va dal 3 al 5% in più o in meno rispetto al dato. Inoltre altra cosa importantissima, ma trascurata al massimo, è il rapporto tra il dato e l‘archetipo del leader o del partito di riferimento. Stiamo cominciando a parlare difficile, ma è la politica baby.
Bisogna analizzare nei sondaggi per capire il trend dei momenti fissi nel tempo come ad esempio: le elezioni politiche, la nascita del governo Conte I, le Europee, la fine del Governo Conte I e la nascita del governo Conte II e un giorno di riferimento che può essere appunto quello del sondaggio Ipsos del 30 Maggio.
Prendendo i partiti maggiori dobbiamo ricordare che questo fu il risultato delle politiche 2018:
- M5s: 32,68%
- PD: 18,76%
- Lega: 17,65%
- FI: 14,00%
- FdI: 4,35%
E’ inutile spiegare in questa sede come si arriva a quelle percentuali quali spinte ebbe l’elttorato due anni fa. Come si ricorderà, speriamo, la nascita del governo fu difficile, nonostante il centro-destra avesse più voti non aveva parlamentari a sufficienza e in maniera roccambolesca si arrivò al governo definito Giallo-Verde con presidente del consiglio Conte.
Il governo Conte I nasce oggi due anni fa questa la situazione del sondaggio ipsos dopo la formazione del governo al giorno 27.06.2018:
- Lega: 31,2%
- M5s: 29,8%
- PD: 18,9%
- FI: 8,3%
- FdI: 2,3%.
E’ qui una minima analisi va fatta. La lega diventa primo partito quasi raddoppiando i suoi voti e non si tratta solo di fagocitare gli alleati e pure il M5s, ma va oltre, attrae elettorato che o vota piccoli partiti o non votava affatto. Qui entra in gioco l’archetipo, nello specifico quello del Capitano, che per essere tale deve comandare e infatti Salvini questo faceva o dava l’impressione di fare e cioè rispettava il suo archetipo comandava su tutto e non solo sul ministero di sua competenza, inoltre non mollava la segreteria del partito. Da notare come FdI era quasi scomparso, questo in quanto Giorgia Meloni ancora non aveva un archetipo ben definito. Ma da quel momento che comincia a costruirsi che è quello del “fedele servitore”. Nelle dichiarazioni la Meloni, che era in opposizione al governo formalmente, nello stesso tempo si diceva pronta a sostenere il governo in momento di difficoltà.
Poi arrivano le Europee del 28 Maggio 2019 con questi risultati:
- Lega: 34,3%
- PD: 22,7%
- M5s: 17,1%
- FI: 8,8%
- FdI: 6,4%
In queste elezioni a un anno dal governo Conte I è inaresstabile l’archetipo del Capitano, che in realtà sembra essere lui vero dominus del governo, la Lega prende voti da FI e M5s che in realtà sono dimezzati essendo completamente allo sbando e infatti l’archetipo del M5s è quel del “rivoluzionario”, ma essere di opposizione e di governo allo stesso tempo non premia mai e infatti soffrono profondamente. Anche il Pd si avvantaggia dell’emorragia del “rivoluzionario”. Ma è Giorgia Meloni che ha un consenso che va oltre le aspettative l’archetipo del “fedele servitore” e non solo del governo, ma del suo dominus Salvini, paga.
Il governo Conte finisce roccambolescamente così come è nato con la mozione di sfiducia della lega il 09.08.2019 e una serie di eventi porterà alla nascita il 09.09.2019 e nasce una nuova alleanza di governo Giallo-Rosso sempre con Conte presidente del consiglio. Questa la situazione a fine settembre:
- Lega: 30,8%
- M5s: 20,8%
- Pd: 19,5%
- FdI: 8,9%
- FI: 7%
- Italia Viva: 4,8%.
Questo è un momento importante in quanto il Capitano non potendo più comandare e subisce pure un “cazziatone” da Conte in Parlamento, che ha un che di storico, va in discesa di consenso. A trarne beneficio sono FI e Fdi anzi per la Meloni si prospetta un cambio di “archetipo” e cioè divenire lei stessa il nuovo capitano, ma per farlo, visto che non possono essercene due, deve eliminare politicamente Salvini, distinguersi e colpirlo, accelerare il travaso di voti, ma incredibilmente non lo fa, preferisce essere lo “scudiero fedele”. Per noi incomprensibile. Il pd dopo la fuoriuscita di Calenda subisce una scissione importante perdendo l’ala renziana che formerà Italia Viva e nel frattempo il partito democratico ha un nuovo segretario: Nicola Zingaretti.
E siamo finalmente al sondaggio del 30 Maggio 2020:
- Lega: 24,3%
- Pd: 21,2%
- M5s: 16,7%
- FdI: 16,2%
- Fi: 7,4%
- Italia Viva: 3%.
Continua la crisi del Capitano per i motivi che abbiamo spiegato prima e questo porta ad un aumento degli alleati in particolar modo di FdI, il M5s invece non ha il ritorno sperato, il rivoluzionario di governo non convince. Il pd tiene nonostante una scissione e mezza.
Se è impressionante il modo in cui la lega è salita sulle montagne russe e ora sta scendendo in picchiata e altrettanto impressionante l’aumento di consenso di FdI. A nostro avviso però Giorgia Meloni avrebbe dovuto già da tempo sostituirsi a Salvini e guidare il sentro-destra ma si ostina a mantenere a galla il leader leghista che sta spingendo per il voto anticipato. La Meloni che solo stando in posizione di attesa può superarlo nelle intenzioni di voto lo segue pericolosamente su quella strada, vedi mozione di sfiducia a dj fofò. Ma mai è poi mai doveva presentare quella mozione con il rischio concreto di andare alle elezioni è bruciarsi la leadership. Ecco perché consideriamo Giorgia Meloni il peggior politico italiano, oggi come oggi potrebbe avere il doppio delle intenzioni di voto che ha adesso con una strategia vincente e presentarsi come leader della destra alle prossime elezioni politiche. L’archetipo del Capitano funziona quando si comanda ma bisogna averla la voglia di farlo. Bisogna tener presente che FdI sfrutta il travaso di voti che dal M5s è passato alla Lega e potrebbe benissimo confluire in un altro contenitore, se Forza Italia dovesse presentare un leader che fa politica a tempo pieno e magari capace, pure un Tajani qualunque, potrebbe prendersi ciò che Meloni ha accumulato.
Bisogna tener presente che il consenso nella seconda Repubblica è volatile.
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