Mancano 12 giorni alle elezioni. E’ da un po’ che non parliamo di politica nazionale e in particolar modo delle imminenti elezioni politiche 2022.

Purtroppo la campagna elettorale come avevamo preventivato si è svolta tutto in un continuo quanto è fascista l’uno piuttosto che un altro e sulla flat tax. Che noia che barba!

Ci sarebbe piaciuto saperne di più riguardo la politica estera. Non certo sulla guerra di oggi Russia-Ucraina e nemmeno di quella di domani Cina-Taiwan, ma quella che più dovrebbe interessare gli italiani e cioè il possibile scontro Turchia-Grecia-Cipro. Ci sarebbe piaciuto parlare di scuola. Non per le infrastruttura fatiscenti e cadenti in tante parti d’Italia, ma del collegamento scuola-lavoro e di digitalizzazione della scuola e dell’insegnamento. E’ mai possibile che nel 2022 non si riesce a inserire nei vetusti e antiquati programmi scolastici l’insegnamento sull’uso del pacchetto Office che è poi quello che ti chiedono di base le aziende? Insomma cose così.

Ci occupiamo dunque in questo articolo di analizzare, nei limiti del nostro possibile, la campagna elettorale dei partiti per le elezioni politiche 2022.

Cominciamo dal Partito Democratico.

Il Pd, come abbiamo detto più volte, non ha una reale coalizione da contrappore al centrodestra e quindi la realtà delle cose sta nel non poter vincere, ma cercare di avere quel numero importante di deputati e senatori per poter essere partito di riferimento alla prima crisi di governo e al primo governo tecnico della prossima legislatura. Al massimo il Pd può provare a essere primo partito d’Italia che non significa nulla se non una soddisfazione.

Il problema nel piano del Pd è dato dal “Terzo Polo”.

Infatti il duo Renzi-Calenda potrebbe togliere voti a quell’area. Per correre ai ripari il Pd si è inventata la campagna elettorale con il dualismo o di qua o di là, nero/rosso. Questo appunto per mostrare agli elettori che esistono due alternative e non tre! Quindi una campagna elettorale del Pd non contro la destra, ma contro il centro.

La novità al momento di questa elezione è dato proprio dal Terzo Polo.

I sondaggi, almeno fino allo stop, hanno dato in salita lo schieramento. Strano visto che Renzi è uno dei politici più odiati d’Italia. Ricordiamo che il referndum costituzionale fu votato dagli italiani non tanto per la proposta in sé ma per mandare “a casa” il toscano. Calenda dal canto suo pure fa di tutto per farsi odiare allo stesso modo. Il passaggio un po’ roccambolesco dal Pd ad Italia Viva però è stato superato senza troppi patemi. Quello che sta funzionando ci pare il fatto che Renzi è molto defilato in queste elezioni. Gli deve costare una fatica immane visto il narcisismo del personaggio. Ma pure Calenda, tolto qualche tweet, non è che sia presenzialista. Il punto è che sembra che il solo per il fatto che esista una possibile area liberale stia convogliando i liberali di entrambi gli schieramenti, schiacciati nelle rispettive coalizioni, in un area finalmente di riferimento.

Il Movimento 5 Stelle invece si concentra chiaramente su ciò che dice Conte che sta campando di rendita giovandosi della forte campagna pubblicitaria che gli ha fatto la ditta Casaleggio quando erano una cosa sola, ammantandolo in pratica di una sorta di santità. Tutto ciò che dice e fa Conte è sempre bello, buono e santo. Non inviare le armi in Ucraina era appunto bello, buono e santo, poi si scopre che inviare le armi in Ucraina è bello, buono e santo uguale. Non è un partito è una fede. Il leader quindi è un capo religioso e i capi religiosi proprio per definizione non si contestano, si amano e idolatrano.

A destra è incredibile la capacità dei tre leader Meloni, Salvini e Berlusconi di riuscire a mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda.

C’è da dire che Meloni paga il fatto di essere fascista e quindi ogni cosa che dice, pure quando non lo è, viene visto in quell’ottica. Cioè se la Meloni per dire si mettesse a parlare della ricetta delle pappardelle al cinghiale, tutto il mondo creato si metterebbe a disquisire di quanto siano fascite o meno le pappardelle e sulla discriminazione dei cinghiali.

Paradossalmente una mano alla Meloni le viene data dagli estremisti di sinistra quando ora salgono sul palco di un comizio e la interrompono, ora strappano un manifesto elettorale. Certo queste sono cose brutte e fasciste, ma se le fai contro la Meloni allora diventano momenti di lotta e resistenza. Ah l’ipocrisia.

Comunque la polemica su Peppa Pig si poteva evitare.

Salvini invece sta facendo una non campagna elettorale. Sempre le solite cose. Gli immigrati, gli sbarchi, l’esercito per educare i giovani. Insomma un leader al crepuscolo. I suoi non sono voti sono un conto alla rovescia e quando l’asticella scenderà nel tempo al 7/8% avremmo la sua fine politica. Intanto però c’è il processo Open Arms che avrà un’udienza in piena campagna elettorale e vedremo le reazioni dell’elettorato.

Riguaro Berlusconi che dire? Anche in questo caso gioca con i numeri, e se nel passato più glorioso si parlava di un milione di posti di lavoro, oggi invece i numeri sono contenuti a 1000€ minimo al mese per le pensioni e 1000€ di aumento di stipendio per i giovani.

-12 giorni al fatidico giorno delle elezioni politiche 2022 e magari al prossimo articolo vi diciamo noi per chi voteremo.