In situazioni gravi come quello che si sta vivendo a livello generale e in particolar modo riguardo la scuola sarebbe il caso che si diano informazioni corrette, cosa che a nostro avviso non è avvenuto con questa nota informativa del comune di Santa Maria a Vico riguardante la chiusura del plesso Mielli.
Questa la nota:
Chiusura Plesso “Maielli” e screening di massa su alunni e docenti dell’intero Istituto Comprensivo.
+++NOTA INFORMATIVA+++
Con riferimento alle ultime misure adottate si informa la cittadinanza che:
Nel caso in cui un alunno o un operatore scolastico risulti positivo al Covid-19, il Rapporto ISS COVID-19 n. 58/2020 emanato il 21 agosto 2020, recante le “Indicazioni operative per la gestione
di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” stabilisce che, sia disposta la quarantena di tutti gli studenti e dei docenti appartenenti alla stessa classe, in quanto classificati come contatti stretti, nonché, la sanificazione degli ambienti.
Il medesimo rapporto stabilisce che la chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal DdP in base al numero di casi confermati e dal livello di circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non può determinarne la chiusura.
Nello specifico, la chiusura dell’intero plesso “Maielli” è stata determinata dalla disposta quarantena di due classi su cinque.
Per altri istituiti, invece, al momento non ci sono numeri, né riferibili al numero di alunni, né alla circolazione del virus nella comunità, tali da giustificare una chiusura totale degli stessi e quindi dell’intero istituto comprensivo, se non delle singole classi con conseguente sanificazione degli ambienti così come previsto dal Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità.
Inoltre, allo stato attuale, con un numero di positivi pari a 42, sul territorio locale non può ritenersi giustificabile l’adozione da parte del Sindaco, in qualità di Autorità Sanitaria Locale e Ufficiale di Governo, di ordinanze contingibili ed urgenti ex artt. 50 e 54 del T.U.E.L., D. Lgs. 267/2000, volte alla sospensione della didattica in presenza sull’intero territorio comunale a tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana.
Ordinanze che, in comuni con un numero di positivi superiore a quello locale e rapportato alla percentuale di popolazione sana, sono state sospese dal TAR non solo perché il semplice “aumento” dei contagi non è sufficiente a giustificare misure restrittive, ma anche perché lesive del “diritto all’istruzione in presenza”.
Per quanto attiene al disposto screening di massa, si ricorda che sia nel mese di novembre che nel mese di gennaio, prima della riapertura delle scuole, di concerto con l’ASL è stata data la possibilità di aderire ad una campagna di screening destinata ad alunni, famiglie e insegnanti.
Nei prossimi giorni a tutela della salute pubblica saranno disposti ulteriori screening per tutti gli alunni e docenti frequentanti l’istituto comprensivo e non solo per gli iscritti al plesso “Maielli” confidando, nell’occasione di avere una adesione di massa.
Fermo restando che, senza indugio, continueremo a monitorare i dati e ad assumere tutte le misure ritenute più idonee.
Cosa dice nel merito il rapporto richiamato?
La valutazione dello stato di contatto stretto è di competenza del DdP e le azioni sono intraprese dopo
una valutazione della eventuale esposizione. Se un alunno/operatore scolastico risulta COVID-19 positivo,
il DdP valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori
scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa
dovrà essere valutata dal DdP in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di
circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe
determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata. Inoltre, il DdP potrà
prevedere l’invio di unità mobili per l’esecuzione di test diagnostici presso la struttura scolastica in base alla
necessità di definire eventuale circolazione del virus. Paragrafo 2.2.3
Come si legge c’è una sostanziale differenza rispetto alla nota informativa. Infatti quando c’è un caso, non è vero come dice la nota che la scuola non si chiude, ma bensì non si “dovrebbe”, in quanto bisogna valutare l‘andamento epidemiologico comunale e scolastico, quindi, non è vero che a un caso non si chiude a due casi si chiude in automatico. Si può chiudere benissimo a un solo caso e si potrebbe non chiudere pure, azzardiamo, a cinque casi. Inoltre non è detto che l’opzione sia sempre chiudere la scuola o restare aperta, ma potrebbe anche chiudersi o lasciare aperta parte di essa.
Inoltre, sempre in base a quel rapporto, andava operata la chiusura della scuola, o almeno dei locali frequentati dalla docente risultata positiva, è stato fatto? Cioè andava fatto il giorno dopo la comunicazione quindi se la comunicazione è arrivata il giorno 26.01.21 andava fatto il 27.01.21. E’ il paragrafo 2.1.3 che rimanda al 2.1.1.
Tra l’altro il comune smentisce se stesso. Infatti dapprima dice che il numero di positivi a Santa Maria è tale da non consentire una chiusura e che anche il Tar ha stabilito che il semplice aumento dei contagi non è sufficiente a consentire misure restrittive. Insomma, a nostro avviso, vi deve essere un focolaio che certamente non è dato da 2 positivi su 231 persone, tra alunni, docenti e personale ATA. Vi siete accorti che avete fatto l’opposto?
Si dice ci sono due classi in quarantena su 5 e quindi si chiude, certo se fossero positivi tutti sarebbe il minimo perché saremmo davvero in presenza di un focolaio, ma le classi sono in quarantena fiduciaria, come è giusto che sia, ci si dimentica che i positivi sono 2.
Va bene tutto, la prudenza non è mai troppa lo stiamo ripetendo spesso, ma almeno si dica che Santa Maria sta seguendo un suo protocollo e magari ce lo illustrasse.