ITALIA: IL MINISTRO DJ FOFO’ RISCHIA DI PERDERE LA CONSOLE
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 20 Maggio 2020
Mentre scriviamo si discute e poi si voterà in senato sulla mozione di sfiducia a dj Fofò il disastroso ministro della giustizia, con molta probabilità il peggiore della storia repubblicana.

Delle gesta di questo scappato di casa fortunato ne abbiamo già parlato e qui riproponiamo.
https://pungiglioneblog.com/2020/05/05/italia-lo-scontro-bonafede-di-matteo-visto-da-noi/
In quell’articolo noi abbiamo difeso il disc jockey dagli attacchi mediatici del pm Di Matteo, ma ciò non toglie che sebbene le mozioni hanno avuto una spinta da quella vicenda, va ben al di là di quella, infatti, pubblichiamo una delle due mozioni presentate, quella più pericolosa di +Europa che potrebbe convogliare i voti della destra così come quelli del gruppo misto.
La maggioranza ha 161 voti a favore, ma se Italia Viva molto critica con il ministro, ma pure con il governo seppur ne fanno parte, dovesse smarcarsi, la maggioranza scenderebbe a 144 voti e qui si aprirebbe uno scenario fosco per ministro e governo in quanto entrerebbero in scena i singoli voti del gruppo misto.
Per questioni di carattere ideologico se vogliamo è la mozione Bonino, come detto, quella più pericolosa, in quanto potrebbe convogliare a sé proprio tanti senatori del gruppo misto.
Ma tutto questo si potrà avere solo se i renziani di Italia Viva deciderà di smarcarsi e votare magari pure contro.
Qui poi si aprirà uno scenario che non piace a nessuno e cioè: voto anticipato. Tale scenario non piace al M5s perché certificherebbe la caduta in picchiata dei consensi, non piace al Pd che sebbene ha aumentato i propri consensi rispetto alle elezioni politiche scorse non è forte da impedire che la prossima legislatura, che voterebbe anche il presidente della Repubblica, sarebbe in mano alla destra. Ma pure Italia Viva avrebbe problemi ad affrontare il voto visto che i sondaggi danno il partito dell’ex presidente del consiglio tra il 3 e 4%. Quindi Renzi potrebbe essere pronto, non lo ha mai nascosto, a far cadere il governo Conte attraverso questa mozione di sfiducia a Fofò, e avere un nuovo governo sempre in questa legislatura, insomma essere insperatamente ancora una volta ago della bilancia.
Certo che è risibile che uno che ha campato per anni urlando “su le mani” rischia di essere mandato a caso dalle “mani” che si alzeranno contro di lui.
Il testo della mozione di sfiducia a prima firma Emma Bonino.
Il Senato della Repubblica, premesso che
il ministro Bonafede con le sue iniziative politiche e legislative si è reso promotore e responsabile di una costante manomissione dell’imparzialità della giustizia, dei diritti dei cittadini e dei principi del giusto processo;
la sua azione contro i fondamentali princìpi della civiltà giuridica ha trovato molteplici manifestazioni: dalla violazione del principio di ragionevole durata del processo, allo svilimento delle impugnazioni; dalla negazione costante del fine rieducativo della pena, alla abrogazione di fatto della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, fino all’incapacità di individuare soluzioni di tutela e valorizzazione della magistratura onoraria il cui ruolo è preziosissimo per il sistema giustizia;
il Ministro si è rivelato altresì inadempiente sugli impegni di riforma assunti: su tutti, dopo più di un anno di annunci, non ha ancora proposto per la calendarizzazione in Parlamento il disegno di legge di riforma del processo penale, che avrebbe dovuto precedere – anche a detta del Guardasigilli stesso – la mai troppo criticata, per metodo e sostanza, soppressione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio;
la riforma sulle intercettazioni presentata per decreto da questo Governo, anziché porre un invalicabile argine alla diffusione dei dialoghi al di fuori del contesto processuale, è stata finalizzata a ampliare l’utilizzo di mezzi di ricerca della prova altamente invasivi, quali il captatore informatico, consentendone l’utilizzo indiscriminato oltre i confini del procedimento per cui vengono autorizzati, con ciò comprimendo in modo violento principi costituzionali rilevantissimi;
è responsabilità del Ministro aver predisposto una ragnatela di norme per favorire il processo inquisitorio e la gogna mediatica rispetto al processo celebrato nel contraddittorio delle parti e nelle aule di tribunali e l’aver introdotto il processo penale da remoto – ridimensionato solo dopo avere scatenato critiche durissime – in spregio ai principi di concentrazione, oralità e immediatezza che caratterizzano il processo accusatorio;
a ciò si aggiunga che, mentre il Ministro Bonafede, incapace di vigilare sulla trasparenza delle nomine, annunciava – ma non presentava – una riforma del sistema elettorale del Csm per sottrarlo allo strapotere delle correnti il suo stesso ministero è divenuto oggetto di scontri e polemiche legate all’influenza delle correnti della magistratura associata nelle nomine di magistrati fuori ruolo, che hanno portato alle dimissioni del suo capo di Gabinetto;
le polemiche sulle scarcerazioni dei detenuti più vulnerabili all’infezione del Covid-19 impongono di aprire una discussione vera, non viziata da tanta dimostrata incapacità gestionale, sullo stato delle carceri, sulle condizioni di detenzione e sull’impossibilità di garantire, all’interno degli istituti di pena, gli stessi standard di igiene e sicurezza previsti e imposti nelle altre strutture pubbliche;
la responsabilità del Ministro della Giustizia e del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria è di avere gestito questo delicatissimo problema con la sufficienza e la negligenza derivante da un’idea puramente afflittiva della pena e con un assoluto difetto di progettualità, evidente anche nei settori dell’edilizia carceraria e giudiziaria;
le misure adottate a seguito della pandemia non hanno potuto rimediare a una situazione di degrado consolidata;
da ultimo, dopo le polemiche seguite alla scarcerazione di alcuni imputati e condannati per reati di criminalità organizzata e mafiosa, la reazione dell’esecutivo è stata confusa e contraddittoria, fino a giungere all’adozione, con decreto legge, di un provvedimento che ha imposto la revisione, con effetto retroattivo, delle decisioni precedentemente adottate dei giudici di sorveglianza, con un vulnus esplicito e dichiarato al principio della divisione dei poteri;
visto l’articolo 94 della Costituzione e l’articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica, esprime la propria sfiducia al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e lo impegna rassegnare immediatamente le proprie dimissioni.