Ieri abbiamo parlato del risvolto politico del voto sul rendiconto 2019, ma anche il voto tecnico ha un suo perché.

E’ stato Nicola Zimbardi ad aprire la discussione portando il dato di 9 milioni di euro di disavanzo nel 2019 e nel 2018 erano 4 milioni di euro. In più sosteneva Zimbardi a questo disavanzo aggiungiamo pure i debiti dovuti a mutui e questo ente è fortemente a rischio di dissesto.
Abbiamo ovviamente ristretto il discorso ai minimi termini.
L’amministrazione difende il suo operato portando a sua difesa una sentenza della Corte Costituzionale che ha un po’ cambiato le regole nella stesura del bilancio e in pratica non si può più usare l’anticipazione di cassa per modificare il risultato di amministrazione e per assicurare diverse forme di copertura della spesa.
A detta di Battisegola, che è il delegato al bilancio, il disavanzo era arrivato a 10 milioni e l’amministrazione ha limato un milione.
Noi nel nostro piccolo avevamo criticato tante volte questo abuso dell’utilizzo dell’anticipazione, ma diciamo pure che la Corte Costituzionale non è un ente che così a sfizio vuole complicare la vita dei comuni, ma è un ente di garanzia del corretto utilizzo delle leggi nei rapporti con la Costituzione.
Come -secondo noi almeno- ha correttamente sostenuto Zimbardi o Corte Costituzionale o senza Corte Costituzionale, scripta manent verba volant, e lo scriptum dice disavanzo di 9 milioni di euro, si attende il verbum per capire come risolvere questo che è un bel problema.