RUBRICA STORICA, LA VERA STORIA DEL SUD: LA VERTIGINOSA CRESCITA DELLE FERROVIE AL SUD DOPO IL 1861
Alfredo Ferrara
Pubblicato il 27 ottobre 2019
Riprendiamo la nostra Rubrica Storica sulla vera storia del Sud accompagnati con la mano dal professor Marco Vigna.
A differenza però di prima dell’estate, la rubrica avrà una cadenza mensile.

Al momento della proclamazione del regno d’Italia, i territori del centro-nord del nuovo stato (escludendo quindi Lazio, Veneto, Friuli, Trentino-Alto Adige, Venezia Giulia) avevano 2058 km. di ferrovie. Invece al sud nel 1860, al momento della caduta del regno delle Due Sicilie, i km di ferrovie erano in tutto 99. Il divario infrastrutturale era quindi abissale, con un rapporto di 20 ad 1 per chilometri ferroviari fra centro-nord e sud nel regno d’Italia, che sarebbe stato persino più alto includendo anche il Lazio pontificio ed i territori italiani ancora soggetti al dominio dell’Austria. Uno dei primi impegni del nuovo stato fu pertanto la dotazione al Meridione di una rete ferroviaria adeguata e questo fu fatto in tempi brevissimi. Nel 1867 i km al sud erano divenuti 1345, con un aumento di 1246 km rispetto al 1860. Le linee ferroviarie meridionali erano state quindi accresciute in soli sette anni del 1258% rispetto all’epoca borbonica, ossia si erano moltiplicate per più di dodici volte per estensione lineare. Ricapitolando, al Sud: 99 km di ferrovie nel 1860; 1345 km di ferrovie nel 1867; 1246 km d’aumento delle ferrovie in sette anni;
Al momento della proclamazione del regno d’Italia, i territori del centro-nord del nuovo stato (escludendo quindi Lazio, Veneto, Friuli, Trentino-Alto Adige, Venezia Giulia) avevano 2058 km. di ferrovie. Invece al sud nel 1860, al momento della caduta del regno delle Due Sicilie, i km di ferrovie erano in tutto 99. Il divario infrastrutturale era quindi abissale, con un rapporto di 20 ad 1 per chilometri ferroviari fra centro-nord e sud nel regno d’Italia, che sarebbe stato persino più alto includendo anche il Lazio pontificio ed i territori italiani ancora soggetti al dominio dell’Austria. Uno dei primi impegni del nuovo stato fu pertanto la dotazione al Meridione di una rete ferroviaria adeguata e questo fu fatto in tempi brevissimi. Nel 1867 i km al sud erano divenuti 1345, con un aumento di 1246 km rispetto al 1860. Le linee ferroviarie meridionali erano state quindi accresciute in soli sette anni del 1258% rispetto all’epoca borbonica, ossia si erano moltiplicate per più di dodici volte per estensione lineare. Ricapitolando, al Sud: 99 km di ferrovie nel 1860; 1345 km di ferrovie nel 1867; 1246 km d’aumento delle ferrovie in sette anni.